È una Juve frastornata quella uscita ieri dal Meazza, dopo la bruciante sconfitta 4-2 contro il Milan.
Sulla batosta rimediata dai bianconeri, che riapre la corsa scudetto, si è espresso anche il giornalista Giancarlo Padovan su calciomercato.com, facendo un’analisi della partita, senza risparmiare severe critiche alla Juventus.
Le parole di Padovan:
“Questa volta ho avuto ragione su tutto. Sulla vittoria del Milan, sulle ragioni che l’hanno determinata (le assenze di de Ligt e Dybala), sull’inadeguatezza di Rugani e, soprattutto, sull’attuale forza del Milan.
La Juve perde male perché in sei minuti passa dal doppio vantaggio (Rabiot e Ronaldo, l’uomo dei gol inutili) al pareggio del Milan (Ibrahimovic su rigore e Kessie) fino al sorpasso di Leao (67′) e al tracollo servito da Alex Sandro, rientrato troppo in fretta dall’infortunio e subito responsabile di un errore marchiano (passaggio orizzontale dentro la propria area).
Così, se al 61’ lo scudetto sembrava assegnato e il campionato chiuso con il più dieci della Juve, alla fine perfino l’Inter, vincendo a Verona domani (andrebbe a meno otto) o la squinternata Lazio (a meno sette) possono sperare che, come hanno perso a San Siro, i bianconeri possano giocare il ruolo delle vittime sia sabato con l’Atalanta che con il Sassuolo e, soprattutto, nello scontro diretto con i biancocelesti.
Un en plein al contrario. E se l’Atalanta fa sei punti nelle prossime due (oggi con la Samp e sabato con la Juve), per lo scudetto si iscrive alla corsa con più freschezza e più convinzioni di tutte […].
Era il 66’ e la partita, che aveva preso un’altra direzione con il rigore, si è decisa un minuto dopo, quando un errore di Cuadrado ha spalancato la porta a Leao, entrato per Saelemaekers.
Eppure il Milan, prima di risorgere dal punto di vista mentale e dimostrare più energia dal punto di vista atletico, era stato colpevolmente assente.
Colpevole nel gol di Rabiot, questa volta assai bravo, che si è fatto trequarti di campo e ha sfruttato lo spazio creatogli da Higuain e Ronaldo. Disastroso, sempre il Milan, quando una palla alta che sembrava preda di uno tra Romagnoli e Kjaer è carambolata tra i due finendo sui piedi di Cristiano Ronaldo che l’ha messa dentro.
Lì la Juve non si è sentita solo padrona della partita, ma dello scudetto e, di certo inconsapevolmente, ha pensato a gestire e non a giocare per andare sul 3-0.
Senza quel rigore assai dubbio, forse non sarebbe cambiato niente, anche se le sostituzioni di Pioli hanno avuto un senso. Dentro, all’inizio della ripresa, Calhanoglu per l’inutile Paquetà e poi Leao e infine Bonaventura, mentre Sarri ha cominciato a metter mano alla squadra solo quando si è trovato sotto: Matuidi per Rabiot, Douglas per Higuain (che ha fatto un tiro in porta eppure è uscito infuriato come una pantera), Ramsey per Pjanic. Bentancur, ancora tra i migliori, si è spostato a centrale, Matuidi a mezzo sinistro, Ramsey a mezzo destro.
Prima del 4-2 di Rebic (l’assist è stato di Bonaventura sullo sciagurato passaggio di Alex Sandro), la Juve avrebbe potuto pareggiare con Rugani (colpo di testa, l’unica cosa decente), ma Donnarumma ha avuto una reazione eccezionale e ha respinto.
Adesso si fa dura. Il calendario – lo ripeto – è difficile e se i bianconeri e la Lazio lasciano punti, dietro possono tornare a spingere Inter e Atalanta. Anzi, ci fosse, equità lo scudetto andrebbe proprio a Bergamo. Lo meritano in tanti, non solo la squadra di Gasperini“.