L’ex stella della Juve Michel Platini, è intervenuto dal palco del Festival dello sport per ribadire il suo no alla tecnologia nel calcio:
“Sono ancora contro la Var, non fa parte della nostra filosofia di gioco, elimina qualche errore ma ne procura altri, non risolve tutti i problemi. Per il gol-non gol e fuorigioco va bene, per il resto no”.
E ancora: “Fossi ancora all’Uefa avrei fatto di tutto per far vedere che era un errore, il calcio deve rimanere umano, non è un calcio che mi piace quello deciso dalle telecamere”.
Platini non può non ricordare il magico periodo trascorso alla Juventus:
“E’ tanto la Juve, per i tifosi è una fiamma, per me un bellissimo ricordo, sono contento quando vince la Juve perché ci ho giocato. Io ero in un mondo di spettatore in Francia e in Italia sono arrivato in un mondo di tifosi, dove tutti si conoscono”.
“Il calcio per un francese è un altro mondo. Sono arrivato per la volontà di Agnelli, abbiamo vinto, quando sono partito ho detto: sono rimasto 5 anni in ferie e mi hanno anche pagato. Avevamo una squadra fantastica, negli anni 80 c’erano tanti campioni in Italia, l’economia era buona. Non ero antipatico? No, lo sono ora. A Boniek dicevo: tu davanti la porta sei così così, quando arrivi in area aspettami e dalla a me”.
A proposito di Juve, Platini parla anche di Pirlo:
“A Pirlo chiederei di vincere, ci ha provato da calciatore e ora ci riproverà da tecnico. Ha un team attorno che lo aiuta, a Pirlo chiediamo di vincere le partite e per farlo non c’è bisogno di diplomi speciali”.
“Io non volevo fare l’allenatore, ho fatto il selezionatore che è diverso. Anche i più famosi allenatori se non hanno grandi giocatori non vincono secondo me. Sono i grandi giocatori che fanno grandi gli allenatori”.
“Difficile gestire Ronaldo? Non so, non penso. Uno che ti fa 30 gol all’anno però lascialo giocare come vuole lui. Per questo dico che un allenatore deve essere soprattutto uno psicologo”.