Fabio Cannavaro, ex difensore della Juventus, intervistato da il Mattino ha commentato in maniera piuttosto critica il sofferto addio di Francesco Totti alla Roma:
“Da anni consigliavo a lui e a Daniele di fare esperienze altrove, di spezzare da soli il cordone ombelicale con il proprio club”.
“Per quanto doloroso, lo immagino, sarebbe stato meno sofferto. Ma adesso lo strappo è stato più brutale e la ferita brucerà molto a lungo”.
“Le società sono così, appena la bandiera diventa un problema prima la maltrattano e poi l’abbattono“.
“Senza rispetto, come se la storia e le rinunce fatte per restare tutta la vita lì non abbiano alcun valore. Ma è questo il calcio”.
“La Juventus con Del Piero e Buffon cosa ha fatto? Fino alla fine se li è tenuti stretti ma appena loro sono divenuti qualcosa di complicato da gestire hanno indicato la porta e li hanno invitati a togliere il disturbo. Con cinismo, freddezza e indifferenza”.
“Se le bandiere decidono di andare via, ecco l’ipocrisia: i calciatori diventano dei traditori, dei voltagabbana, tutti sono lì a dire che non rispettano la maglia, che lo fanno per soldi“.
“Ma anticipare le cose, andar via prima di sentirsi un peso, qualcosa da sopportare, è la cosa migliore da fare“.
“Il calcio è questo e Totti l’ha pagata sulla sua pelle. Ma è stato un uomo che ha avuto una fortuna straordinaria: giocare nella squadra per cui ha tifato da bimbo, per cui ha fatto il tifo, per cui è andato in curva“.
“Mi hanno negato questo sogno? Già, a 20 anni. I tifosi venivano sotto casa mia e urlavano ‘Fabio, non te ne andare’. Io li rassicuravo, dicevo che non ne avevo alcuna intenzione, mi vedevo a vita nel Napoli dove avevo fatto persino il raccattapalle e avevo inseguito per le strade il mio mito Krol, ma poi mi dissero che dovevo farmene una ragione perché Ferlaino mi aveva venduto già da 10 giorni”.
“Sarri criticato a Napoli? Trovo persino meno accettabile il clima di contestazione che so si sta vivendo nella mia città in questi giorni”.
“D’altronde, quanti anni è stato l’allenatore del Napoli? Tre anni. E sono un periodo troppo piccolo della sua vita calcistica per poter pretendere chissà quali scelte, chissà quale fedeltà“.
“Ma poi a chi vive il calcio come un mestiere bisogna solo chiedere di dare il 101 per cento per la società con cui è legato da contratto. Ed è quello che Sarri ha fatto come dimostrano i 91 punti conquistati nella sua ultima stagione“.