Blaise Matuidiè non è più disposto a far finta di niente, non ce la fa più e dice basta.
È Miralem Pjanic a svelare quello che è successo nello spogliatoio della Juventus nel dopo partita di Cagliari Juve. Il centrocampista bosniaco ha raccontato di un Matuidi dispiaciuto arrabbiato e non più disposto a soprassedere.
La confessione di Pjanic è stata riportata da Tuttosport: “Blaise è molto dispiaciuto. E ci ha detto che la prossima volta lascerà il campo! Io non credo che un’esultanza possa avere a che fare con questi cori”.
“Ognuno può esultare nel modo in cui vuole, anche io potevo segnare, esultare alla stessa maniera e sarebbe successa la stessa cosa. E’ il secondo anno in cui Matuidi viene qui e vive questa situazione: è una cosa brutta”, ha spiegato il bosniaco.
“Ci dispiace perché loro l’hanno vissuta male, come noi che abbiamo visto quanto i ragazzi fossero tristi dopo la partita. E non mi riferisco solo a Kean e Matuidi, c’è anche Alex Sandro. E nella squadra del Cagliari ci sono alcuni giocatori di colore“, ha concluso Pjanic.
Sempre a Cagliari Matuidi ha vissuto la situazione di ieri un anno fa.
Era il 6 gennaio 2018, la Juventus vinse a Cagliari con un gol di Bernardeschi ma anche allora della partita si parlò solo per gli insulti rivolti da parte del pubblico cagliaritano proprio a Blaise Matuidi: “Io non riesco ad odiare e posso solo essere dispiaciuto per coloro che danno questi cattivi esempi“, scrisse allora sui social il centrocampista francese.
A un anno di distanza Matuidi dice basta alla compassione e alla comprensione: “La prossima volta lascerò il campo”.
Ma Matuidi non è il solo a dire basta, Pjanic, dando voce a quello che ormai è un sentire comune, chiede che chi deve intervenga, perché la situazione è insostenibile.
Le idee di Pjanic sono molto chiare: «Il razzismo è legato alla persona, l’esultanza cosa c’entra con i cori? Assolutamente nulla, poi se l’arbitro pensa che si tratti di una provocazione nei confronti dei tifosi può andare da Kean e ammonirlo”.
“Ma a prescindere da ciò che accade sul campo, i cori non devono esistere. Perciò spero che le persone giuste facciano il necessario perché non succeda mai più una cosa del genere“.
“Il fatto che Kean sia un ragazzino? L’ho detto e lo ripeto, al di là dell’esultanza queste cose non devono succedere. Tu puoi fare quello che vuoi, l’arbitro se lo ritiene giusto ti ammonisce, però l’esultanza con il razzismo non c’entra niente“.
“È una situazione che non vive bene e visto che non è la prima volta, spero che qualcosa cambierà“.