venerdì, Novembre 22, 2024

Marotta sull’addio alla Juve: “Si poteva gestire meglio il cambiamento”

Beppe Marotta, attuale direttore sportivo dell’Inter, ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Il Secolo XIX in cui ha commentato anche il suo addio improvviso alla Juventus, per passare all’Inter, sua storica rivale.

Partito da Varese dove era “ragazzo di bottega”, per sua stessa definizione, ha portato la squadra bianconera a stabilire il record di sette scudetti consecutivi vinti.

E oggi ha una nuova sfida, che è quella di riportare l’Inter in cima alla classifica del campionato, e non solo.

Tutto questo in un momento particolarmente delicato della società, che si ritrova a dover affrontare diversi importanti problemi, trovare il modo di motivare la squadra, uno dei più importanti.

Sul divorzio dalla Juventus ha rivelato:

“Era arrivato il momento di cambiare. Con me sono cresciuti manager che dovevano ormai prendersi delle responsabilità e la società ha deciso un cambio generazionale. Certo, si poteva gestire meglio il cambiamento. Però citerò Mandela che diceva: ‘nella vita non perdi mai, o vinci o impari’. Nel mio caso poi si è chiusa una porta e si è aperto un portone”.

Un commento anche su Cristiano Ronaldo:

“Un campione, prima con la testa. Nella sua carriera ha fatto 100, non si accontenta e vuole arrivare 120. Non trascura niente: allenamenti, stila di vita, comunicazione”.

Nella lunga chiacchierata, c’è posto anche per un ricordo su Genova, dove ha abitato per tanti anni, e in cui ha vissuto momenti di grande preoccupazione per via del crollo del ponte Morandi:

“Quando l’ho saputo ero nella sede della Juventus e stavo guardando Sky Tg 24. Subito è stato come una ferita, che si è propagata in un istante. Come se una parte del corpo ti venisse a mancare, una spaccatura netta. Poi ha iniziato a salire l’angoscia nel vedere quello che accadeva. Perin e Bonucci rischiavano di essere proprio lì in quell’istante, ci siamo informati subito, erano già rientrati”.

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