Ottavio Bianchi intervistato da Sportitalia ricorda gli anni vissuti a Napoli.
Ex giocatore ed ex allenatore del Napoli, da allenatore, nella stagione 1986-’87, ha vinto il primo scudetto dei partenopei, nello stesso anno ha vinto la coppa Italia, nella stagione 1988-’89 vincitore della coppa UEFA, l’unica coppa europea vinta dal Napoli: Ottavio Bianchi ha sicuramente il Napoli nel cuore.
Proprio per questo, e per i tanti anni vissuti a Napoli, non può esser liquidata come un luogo comune l’affermazione sul motivo per cui sia così difficile vincere a Napoli : “È un problema di testa, si pensa ai festeggiamenti prima di aver vinto”.
Nell’intervista mette in ordine i momenti più belli vissuti col Napoli, e non può non partire da Maradona: “Non l’ho mai avuta la maglietta la Maradona. Ce l’avevo in squadra e vederlo solo in allenamento era già una gioia“.
Non solo Maradona, in quel Napoli erano tanti i calciatori di grande tecnica e di grande carattere:“Ho avuto la fortuna di avere tanti giocatori importanti come Careca, Alemao e Giordano“.
Ma come mai per il Napoli è così difficile vincere: “Perché il Napoli ha difficoltà a vincere un trofeo? È un problema di testa, a Torino vincono il campionato e il giorno dopo pensano subito alla partita successiva. A Napoli un mese prima di raggiungere il traguardo già pensano ai festeggiamenti“.
E per spiegare meglio il concetto racconta un aneddoto: “Ricordo in occasione di una finale di Coppa Italia che i miei giocatori stavano già festeggiando la vittoria alla fine del primo tempo, ed io feci finta di arrabbiarmi, ricordando che non avevamo ancora vinto niente”.
Ottavio Bianchi del Napoli è stato anche calciatore, e in una squadra con grandissimi campioni: “Ricordo quando ero giocatore del Napoli. Avevamo grandi campioni come Sivori, Altafini e Zoff ma purtroppo i risultati non arrivavano e non si vinceva nulla.
Infine ricorda quanto sia difficile vincere in una città come Napoli: “Per questo ho tergiversato quando mi proposero di allenare il Napoli. Perché sapevo che anche con i giocatori più forti sapevo quanto fosse difficile vincere in una città come Napoli”