Il giornalista Marcello Chirico su ilbianconero.com ha commentato l’allusione di Giangavino Sulas, che nel corso dell’ultima puntata di Quarto Grado ha in qualche modo ricondotto il Covid-19 alla Juventus.
Il commento di Chirico:
“Il Covid-19 lo ha portato in Italia la Juventus. Cercavano il paziente zero un po’ dappertutto, in un primo momento in Lombardia poi in Germania, ma adesso pare lo abbiano individuato: è Maurizio Sarri. Forse hanno trovato pure il paziente1, e non è un abitante di Codogno bensì un addetto stampa della società bianconera.
Gira e rigira, alla fine, in tutte le disgrazie e scandali di questo mondo c’è sempre di mezzo quella piovra della Juve.
Quando a marzo scattò l’emergenza coronavirus nel nostro Paese, qualche buontempone iniziò a buttarla lì sui social, giocando (siamo sicuri?) sulla polmonite presa da Sarri in Cina, durante l’ultimo tour estivo fatto dalla Juve da quelle parti.
La malattia tenne lontano dalla Continassa il tecnico di Figline per circa un mese, e lo staff medico juventino spiegò essere una conseguenza delle troppe sigarette fumate dall’allenatore. Però, oltre a qualche battutaccia, non si andò.
Adesso, invece, si fa sul serio, e a riproporre dubbi su quella polmonite è stata Mediaset, su un proprio canale: Rete4.
Durante il programma d’inchiesta ‘Quarto Grado‘, il veterinario Giangavino Sulas non ha scherzato per niente, ma molto seriamente ha sfornato quella che lui stesso ha definito “una chicca”: “C’è di mezzo una squadra di Serie A molto importante, molto famosa. Chi si è ammalato di ritorno da una tournée in Cina? Volete il nome? L’allenatore Sarri. E chi si è ammalato con lui di polmonite? Un addetto stampa della società. Sarà un caso eh, non voglio accusare nessuno, però qualcuno gli ha fatto oggi un test sierologico per capire che tipo di polmonite fosse?”.
Stiamo parlando di due casi di polmonite risalenti alla scorsa estate, per la precisione metà agosto 2019. Praticamente quando in Cina del Covid-19 non c’era traccia. I primi contagi nella regione dello Hubei risalgono a novembre scorso. Quindi, caro Sulas, con le date non ci siamo.
Dopo il primo caso di contagio emerso a marzo all’interno della squadra, alla Continassa tutti i dipendenti sono stati messi in quarantena ed effettuati controlli a tappeto sui singoli tesserati, compresi i componenti dell’ufficio stampa Juve: oltre Rugani, Dybala e Matuidi, nessun altro evidenziò contagi o sintomatologie da Covid.
Pure su tamponi e test fatti di recente proprio a Sarri non sono emersi indizi riconducibili al coronavirus.
In sostanza, allenatore e addetto stampa non sono portatori sani del virus cinese, anche se sette mesi fa, al ritorno dalla Cina, presero entrambi la polmonite.
Una fatalità, per qualcuno invece un indizio (o un pretesto) per arrivare a dire qualcos’altro.
Quella partita da Rete4 assomiglia molto ad una caccia alle streghe, anzi agli untori, lanciata solo per il gusto di fare un po’ di casino. Tanto si sa come funziona: lancia anche solo dei sospetti sulla Juventus, ‘senza voler accusare nessuno, per carità’, e l’audience lo alzi in automatico.
Dopo di che parte il tam tam sui social, tutti ne parlano e si costruisce un caso. Non solo, ci sarà subito chi ti seguirà e ti darà pure ragione: vuoi vedere che il Covid lo hanno portato in Italia i gobbi?
Funziona così, vero Mario Giordano? Quello che, dopo un derby della Mole, si presentò in diretta, su TGCom, imbavagliato per protesta contro lo “scandaloso” arbitraggio di Rizzoli, ovviamente – secondo lui, tifoso granata – pro-Juve. Da ladra ad appestata e, quindi, untrice il passo è breve“.