Marcello Chirico, giornalista di fede bianconera, è intervenuto per commentare l’uscita di Antonio Conte in conferenza stampa, dove appunto l’allenatore ha sferrato un duro attacco contro Maurizio Sarri e la Juventus.
Ecco le sue parole nel consueto editoriale scritto per Calciomercato.com
“Un professionista. Questo dice di essere Antonio Conte e, personalmente, avvallo questa sua definizione”, esordisce così Marcello Chirico.
Lui – scrive sempre il giornalista – è uno che può anche aver indossato per 13 anni la maglia e la fascia di capitano di una squadra, averla pure allenata per altri 3, avere la propria stella scolpita nella Hall of Fame dello Juventus Stadium e non provare alcuno scrupolo ad allenare qualsiasi altra squadra del mondo e diventarne pure il primo tifoso. Come deve fare,appunto, un professionista”.
“Del resto, cari juventini e juventine, lui il suo avviso ai naviganti lo lanciò – durante una conferenza stampa – proprio quando sedeva ancora sulla panchina della Juventus: “Qualcuno qui – disse – non ha ancora capito che ora sto allenando la Juventus e do tutto per questo club, se un domani passassi all’Inter darei tutto e tiferei per l’Inter. Questo deve essere chiaro”, ricorda Chirico.
“Quindi adesso, di cosa ci stupiamo? Lo aveva anticipato in tempi non sospetti e lo sta mettendo in pratica ora, che l’Inter è andata ad allenarla per davvero”.
“Poi, può anche non saltare al coro “chi non salta bianconero è” tanto lui juventino non lo è più”.
“E la sua impermeabilità a tutte le provocazioni per provare a fargli dire qualcosa contro la Juve non poteva durare a lungo. Perché l’uomo non cambia, e resta quello che conosciamo: sanguigno, fumantino e permaloso”.
“Ha resistito già per un paio di mesi, sforzo sovrumano per uno come lui, ma prima o poi il suo carattere vero doveva venire fuori , e così è stato”, commenta ancora il giornalista di fede bianconera.
“Dopo la gara di Firenze, Sarri si è lamentato di aver giocato questa partita alle 15 senza nemmeno nominare l’Inter, ma a Conte è stato sufficiente anche solo permettersi di ipotizzare un favoritismo verso chi ha giocato alle 20.45 per provare un sussulto, una scarica di fastidio verso chi lo poteva aver pensato e, indirettamente, nei confronti del club dal quale – nell’estate del 2016 – se ne andò sbattendo la porta al 2° giorno di ritiro, e dove il presidente Andrea Agnelli non lo ha più rivoluto”.
“Non mi voglio mettere a dire nulla – ha commentato ,visibilmente piccato – altrimenti facciamo i bilanci e gli stati patrimoniali…qualcuno deve solo stare tranquillo perché sta dalla parte forte”.
“L’argomento del “potere forte”, e dell’uso che secondo la vulgata interista ne farebbero quelli di Torino, è un vecchio adagio nerazzurro fin dai tempi di Moratti padre e sfruttato poi alla grande per decenni da Moratti figlio . A quanto pare, Conte ha già assorbito alcuni concetti interisti sulla juventinità ed inizia a declinarli , nel duplice tentativo di innervosire il nemico e arruffianarsi la tifoseria del biscione”.
“Quella tifoseria che, a proposito di “parte forte” e solidità finanziaria, quando Suning acquistò il club nerazzurro, andava sbandierando il fatturato della ditta di elettrodomestici cinese come l’atout in grado finalmente di contrastare il potere degli Agnelli (la cui sola FCA fattura 110 miliardi, contro i 30mld di dollari della Suning). Non a caso proprio Conte, coi suoi 11 milioni di euro annui, è l’allenatore più pagato della Serie A, sempre a proposito di “parte forte” e alta finanza”.
Marcello Chirico ricorda che queste schermaglie saranno tuttavia le prime di una lunga serie.
Il giornalista “bianconero”, ricorda anche i favori arbitrali ottenuti dall’Inter nella giornata di campionato appena conclusasi che ha visto prevalere i nerazzurri sull’Udinese, tra un mare di polemiche.
“I punti di vista sulle decisioni arbitrali, da Torino a Milano, possono anche cambiare. Come quelli sulle “parti forti”.