Mauro Icardi, con la complicità della moglie e agente Wanda Nara, fa causa all’Inter.
L’attaccante argentino chiede il pieno reintegro in allenamento e un indennizzo di 1.5 milioni di euro.
Secondo i dettagli riportati dal Corriere della Sera stamane, il giocatore lamenta infatti comportamenti discriminatori nei suoi confronti da parte della società.
Il centravanti nerazzurro è da luglio di quest’anno ai margini del progetto della stagione appena cominciata.
Come dunque riportato dal Corriere della Sera, il giocatore nell’istanza, presentata al Collegio Arbitrale, imputa alla società di averlo gravemente discriminato, escludendolo da ogni iniziativa pubblicitaria, di avergli levato la sua maglia, la numero 9.
Il giocatore lamenta inoltre il fatto di essere stato messo fuori rosa dall’Inter, per spingerlo ad abbandonare la squadra, di averlo inoltre escluso dalla chat della squadra, dove vengono comunicati gli orari e le modalità di allenamento.
Il legale del giocatore sottolinea inoltre che Icardi non ha mai avuto la possibilità di partecipare alle esercitazioni tecnico-tattiche, alle partitelle o a un’amichevole.
Mauro Icardi, sempre secondo quanto riportato dal Corriere della Sera (e ribadito anche tra le colonne di Calciomercato.com), “produce 41 prove, tra documenti, video e articoli e chiama a testimoniare tutti i compagni”.
Leggiamo che Icardi “Si rifà all’articolo 7.1 dell’accordo Collettivo dei calciatori e cita il portiere Puggioni del Chievo e il difensore Albertazzi del Verona come casi simili al suo, vinti poi dai giocatori”.
L’inter non si farà certo piegare da questa istanza, perchè convinta di aver ragione, in quanto Icardi si è sempre allenato in gruppo tranne per le parti tattiche, che sono a discrezione dell’allenatore.
La dirigenza dell’Inter si dice tuttavia “sorpresa e delusa” dalla decisione del giocatore. Solo poche ore fa, l’amministratore delegato Beppe Marotta si era detto fiducioso di risolvere a breve la telenovela legata al futuro di Icardi.
Fonti: Corriere della Sera – Calciomercato.com – La Repubblica