Il giornalista Paolo Ziliani, su il Fatto Quotidiano, rivela i motivi della rottura tra Beppe Marotta, oggi dirigente dell’Inter, e Fabio Paratici, dirigente della Juventus.
Una rottura che ha inizio nel 2012, esattamente il 23 ottobre, quando entrambi i dirigenti erano alla Juventus.
In quella data la Juventus ha Antonio Conte come allenatore, e i suoi uomini sono in campo per una sfida di Champions contro il Nordsjelland, partita che termina con un pareggio.
Antonio Conte è squalificato per 4 mesi per la vicenda calcioscommesse e siede in tribuna, con accanto Fabio Paratici, all’epoca dei fatti, braccio destro di Beppe Marotta.
Antonio Conte dalla tribuna dà indicazioni al vice Angelo Alessio che lo sostituisce in panchina: Conte detta le sue indicazioni a Paratici, che poi le invia ad Alessio via sms.
Nel corso del secondo tempo, Conte indica tre cambi ma per un clamoroso errore, arrivano via sms anche sul cellulare del procuratore e agente Fifa, Gianluca Fiorini, che riceve gli sms di Paratici e lo avverte di aver sbagliato destinatario.
Il giorno dopo Paratici lo chiama e gli chiede riservatezza, vista la squalifica di Antonio Conte.
Per capire, però, la relazione tra un messaggio finito sul telefono sbagliato e la rottura del rapporto tra Marotta e Paratici, bisogna arrivare a due anni dopo, precisamente al 15 luglio 2014.
Antonio Conte è in aperta polemica con la Juventus che non gli compra i giocatori che chiede, si dimette e abbandona la Juventus.
Due giorni dopo l’abbandono di Conte, Paratici chiama di nuovo l’agente Gianluca Fiorini e gli spiega che Alvaro Morata minaccia di non accettare di arrivare a Torino se non c’è Conte.
Paratici gli chiede una mano, visto che l’anno prima Fiorini aveva avvicinato Morata per conto della Sampdoria.
Fiorini accetta di aiutarlo, chiedendo un compenso in caso di buona riuscita dell’affare, che avviene perché Morata accetta e dice sì alla Juventus.
Il giorno dopo Paratici ringrazia Fiorini e gli chiede aiuto anche per il difensore serbo Babic, trattativa che però non decolla.
Fiorini inizia ad avvertire una certa distanza da parte di Paratici, e chiama Marotta, ricordandogli di avere avuto un ruolo determinante per l’arrivo di Morata, di cui però Marotta non sapeva nulla.
Dopo qualche minuto Fiorini riceve da Paratici il messaggio: “La Juventus non ha bisogno di Gianluca Fiorini”.
Fiorini prova nuovamente a ricontattare Marotta, ma inutilmente.
Il 13 novembre Fiorini chiede alla Figc di procedere legalmente contro Paratici per le ingiurie ricevute via sms, ma la Federazione non gli risponde e fa cadere nel vuoto la richiesta.
Nel frattempo, Paratici confessa a Marotta gli sms finiti per errore sul cellulare di Fiorini, il fatto non è ancora prescritto e Paratici non si fida di Fiorini, che potrebbe creare grane.
Infatti, Fiorini invia un esposto alla Procura federale e alla Procura del Coni proprio per denunciare la vicenda degli sms, ma non riceve risposta, anzi, viene denunciato da Marotta per stalking.
Le parti continueranno a sfidarsi tra vie legali, denunce, multe e opposizioni.
La storia scema col passare del tempo ma Marotta sembra non aver preso bene la vicenda.
Zuliani conclude:
“Molta acqua è passata sotto i ponti dalla sera in cui Paratici sbagliò a mandare quei tre sms; e tante cose sono successe, ultima l’acquisto di CR7 che Marotta osteggiò e Paratici invece propiziò. Alla fine Paratici è entrato nel cuore di Agnelli scacciando Marotta e scalzandolo dall’organigramma”.