Sono giorni di grande fermento per quanto riguarda le panchine di alcune delle big di Serie A e uno dei nomi che suscita più interesse, è senz’altro quello di Antonio Conte, ambito da diverse squadre tra cui Juventus, Inter e Roma.
E proprio contro Antonio Conte si è scagliato il giornalista sportivo Tony Damascelli, nel suo editoriale per Tuttosport:
“Il drone di Conte continua ad aggirarsi sui club di ogni parte. Probabilmente atterrerà sui prati verdi di Appiano Gentile, là dove tutto ciò che è bianconero viene visto e urlato come portatore insano di ogni guaio del football italiano. Ma, al momento opportuno, Torino diventa una buona banca e così i meglio fichi del bigoncio si trasferiscono a San Siro, da Trap a Lippi, da Marotta e, appunto come si mormora, Conte Antonio (…)”.
“Conte Antonio ha un carattere che, in dialetto salentino viene definito picciuso, tradotto sta per capriccioso, malmostoso. Conte sa esaltare il gruppo eppoi demolirlo di rimproveri e (op)pressioni, sa caricare di elogi il proprio lavoro nel caso di vittorie (tante) ma scarica sui calciatori eventuali errori ed omissioni, cosa non proprio gradita dallo spogliatoio che, dopo l’estasi di avvio, si intossica negli elementi migliori (…)”.
“Il limite di Conte è proprio questo, rifiuta il dialogo, non accetta le critiche che sono anche suggerimenti, si fida esclusivamente del proprio staff. Nell’intervista alla Gazzetta, ricordando il suo arrivo alla Juventus, ha dimenticato, diciamo così, di citare e ringraziare l’uomo che convinse Andrea Agnelli ad assumerlo: ovvero Antonio Giraudo. Ma l’irriconoscenza era già affiorata, in modo volgare, quando lo stesso Conte Antonio, allenatore bianconero, ai microfoni di Sky, parlando di Fabio Capello, tecnico bianconero, aveva detto: «Dei suoi anni ricordo non tanto il gioco ma i due scudetti revocati»”.
“Benissimo, adesso, probabilmente, potrà essere accontentato: guiderà la squadra che esibisce quegli scudetti e tornerà a vincere con il bel gioco”.