Tra gli ospiti della puntata di domenica 28 aprile di “Che Tempo che Fa”, il programma di Rai Uno condotto da Fabio Fazio, c’è anche l’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri.
Il tecnico bianconero sembra un altro dopo appena 24 ore dallo scontro in diretta tv con Lele Adani al termine Inter-Juventus.
Sorridente e rilassato sulla poltrona di Fabio Fazio a Che tempo che fa, l’allenatore della Juventus non si tira indietro sul diverbio tv con Lele Adani.
“Questione di rispetto del lavoro. Dopo una partita è normale che debba rispondere alle domande. Ma che ogni volta io debba sorbirmi la ramanzina e le spiegazioni di quello che devo fare… Sono umano” dice.
“Allora mi sono un po’ arrabbiato. Io accetto critiche, fanno parte del lavoro. Sono anche costruttive. Io ti rispondo e poi tu puoi dire “non capisci niente”. Ma lo dici dopo”.
“Non puoi andare a discutere del lavoro altrui, dove uno non è ferrato: è una mancanza di rispetto e di educazione. La volta scorsa successe la stessa cosa. Mi ricordo tutto? Non scrivo niente, ma ho una buona memoria. Al momento ho una buona memoria”, dice ancora Max Allegri.
Allegri è molto sciolto, si diverte, sembra un vero e proprio showman, interagendo e sorridendo molto spesso con il pubblico presente che appare veramente entusiasta. E parla anche dell’eliminazione prematura dalla Champions League:
“Era meglio se non ci andavamo in vacanza prima, perché la coppa ci è andata un po’ di traverso. Comunque lo sport è bello anche perché non si può sempre vincere. Non è una maledizione, è così. Ci sono squadre che hanno impiegato anni, qualcuno potrà dire che sono più di 20 anni che non ce la facciamo, ma negli ultimi 5 il nostro livello europeo si è alzato parecchio”.
Dopo essersi tolto le spine, arriva il momento di parlare del sul futuro:
“L’ho già detto, rimango alla Juventus. Le immagini della festa? Mi hanno buttato nell’acqua fredda, vista l’età ho rischiato. Poi c’è Cuadrado che ha sempre quella spuma”.
Fazio inizia poi con le domande, a partire da cosa sia il “cazzeggio creativo”:
“Io sono livornese, “Amici miei” e altre cose. Eravamo un gruppo di amici dove si cazzeggiava spesso. Io penso sia molto importante. Lavorare è importante, ma serve capacità di staccare e avere lucidità. Con i ragazzi però guai chi me li tocca. I miei giocatori sono straordinari. Zingarate fatte? Una volta mettemmo due pietre sotto l’asse di una macchina di un mio amico. Praticamente le ruote non riuscivano a toccare terra. Questo andò a prendere la macchina e noi ci nascondemmo per guardarlo. La macchina accellerava ma non partiva. Dopo aver controllata la macchina senza
capire cosa fosse successo, se ne va a casa a piedi e la mattina dopo gli abbiamo spiegato l’accaduto. Un’altra a un nostro amico pasticcere: alle 3 di notte lo chiamavamo per chiedergli 200 brioches. Facevamo un po’ di ragazzate, mi sono rimaste”.
Arriva il momento di raccontare il celebre aneddoto di quando giocava a Pavia:
“Si doveva andare a giocare a La Spezia. A quel tempo usava far portare la macchina dietro e chiesi se potevo portarla. L’allenatore mi disse sì e poi cambiò idea. Io non la presi bene e dissi “Allora non vengo in ritiro”. Un esempio sbagliato per i ragazzi, infatti glielo dico sempre: “Guardate che quello che volete fare, io l’ho già fatto”. Le esperienze di vita sono quelle che contano. I consigli che gli do penso sia quelli giusti. Inutile che gli dica “state sempre a casa la sera”.
Siparietto esilarante quando si parla delle lingue da parlare nello spogliatoio:
“Per imparare Szczesny ci ho messo un anno. Non lo sa nessuno: io il portiere non lo scrivo mai. Nella formazione della domenica non lo scrivo. Però negli appunti sì. Quando c’è Szczesny è un anno che mi metto alla lavagna e mi dico, c’ha una vocale sola, la “e”. Allora parto: “Esse, zeta, ci, zeta, e, esse, enne, ypsilon”. Un anno che faccio sta roba, giuro”.
Fazio poi gli mostra un video con tutti i suoi successi. Allegri trova il modo di scherzare di nuovo:
Ora belle immagini, ma quando sono arrivato la prima volta a Vinovo, quello che m’hanno tirato (ride, ndr). Però mi volevan bene eh. Ci sono modi e modi per dimostrare l’affetto”.
Sulla sua concezione di calcio:
“Per me il calcio è divertimento. Certo, il calcio è un’azienda e bisogna portare risultati. Bisogna avere una strategia in testa, che non è scrivere la formazione sui foglietti e dire questi numeri che mi danno fastidio. A scuola andavo anche male. Volevo fare il preside? Sì, ma per gestirla. Tornando al calcio, questo è un gioco stupido per persone intelligenti. Le cose più semplici sono veramente le più difficili. A grandi livelli, il grande giocatore sembra che faccia un passaggio semplice. Ma non lo è. Più vai giù di categoria e più i giocatori tengono il pallone per dimostrare di essere bravi. Ma non funziona così”.
Si arriva a parlare del famoso video in cui Allegri si trappa la giacca di dosso:
“Sai perché? Mi stavano rovinando il Natale. Quando abbiamo dei turni liberi ci tengo. Eravamo a Modena, giocavamo contro il Carpi. Gli ultimi 7 minuti avevamo combinato di tutto e di più. Eravamo sotto Natale, pensate andare a festeggiare dopo un brutto risultato. Quindi l’avevo detto nello spogliatoio: obiettivo numero uno non rovinarsi le feste”.
La passione per l’ippica:
L’estate andavo con mio nonno all’ippodromo e avevo questa passione. Un mio amico allibratore che purtroppo è mancato mi disse “è più facile che tu faccia l’allenatore in Serie A che vinca questo cavallo”. Il cavallo vinse e io sono arrivato ad allenare in Serie A.
Cristiano Ronaldo?
“Ragazzo d’oro, grande professionista. Ha alzato l’autostima ed è un esempio per tutti, soprattutto i giovani. Anche se all’interno del gruppo c’è gente come Chiellini, Barzagli, Bonucci… Buffon fino all’anno scorso. Per vincere non bastano grandi giocatori, ma uomini con grande cuore e che siano determinati”
A questo punto irrompe Luciano Littizzetto, che chiede “come sia messo a falli Ronaldo”. Stavolta Allegri glissa, ridendo:
“Ho lo spogliatoio da un’altra parte…”