lunedì, Novembre 25, 2024

Chirico: “Il 37° scudetto va festeggiato alla faccia degli storici avversari”

Marcello Chirico, giornalista e tifoso della Juventus, ha aspettato che si calmassero un po le acque prima di esternare il suo pensiero circa la polemica che si è scatenata in merito ai festeggiamenti per lo scudetto n.37.

Chirico scrive sulle pagine di Calciomercato.com.

“Si sono ritrovati in 200. Pochi ma buoni, si sarebbe detto una volta, ma non questa. Perché 200 tifosi che festeggiano in piazza San Carlo, a Torino, uno scudetto della Juventus erano davvero pochi. Troppo pochi”.

“Praticamente nessuno. Per quelli come me, nati nei ruggenti 60’s, la conquista di un tricolore da parte di Madama è roba da notte in bianco, era festa che iniziava a metà pomeriggio e finiva quando si era esausti, quando si diventava rauchi e, come noi, non avevano più aria compressa dentro la latta le trombette acquistate dai bancarellari dopo averle strombazzate per bene. Quelli sì che erano festeggiamenti, degni di uno scudetto!”

E ancora ricorda il giornalista: “Così come, in questi ultimi 8 anni, sono state feste vere, autentici bagni di folla, quelle con la sfilata del pullman bianconero attraverso le vie del centro: la Questura è arrivata a contare fino a mezzo milione di persone radunate, ammassate, pigiate in piazza Castello, al punto che il torpedone con a bordo i pluri-campioni d’Italia impiegava un’ora per attraversarla tutta”.

“Magari a fine maggio ricapiterà, però sabato scorso, quando la Juventus ha matematicamente conquistato l’8° scudetto di fila, primo club europeo nei principali campionati continentali (il Lione si è fermato a 7), tra l’altro con 20 punti di vantaggio sui secondi e 5 giornate d’anticipo sulla chiusura del torneo, in centro città si sono trovati in appena 200″.

“Questo dato numerico, decisamente basso, non sta però a significare che gli juventini non abbiano goduto per questo ennesimo trionfo, per questo nuovo record conquistato, che si siano annoiati di vincere scudetti, e altre fesserie del genere, messe in giro solo per il gusto di sminuire l’impresa”.

“Per quanto mi riguarda, provo sempre un enorme piacere nell’inanellare tricolori, nel veder ribadita alla fine di ogni stagione la superiorità della nostra squadra su tutte le rivali di sempre, quelle per le quali ogni vittoria della Juve è illegittima, truccata, falsata, lo scudetto il figlio della mediocrità generale (la loro) e, come tale, di scarso valore. Uno scudettino”.

Aspettate che riescano a rivincerne uno loro e vedrete cosa diranno e combineranno: lo scudettino tornerà ad essere scudettone. Dopo Calciopoli, e una gigantesca bugia fatta passare per verità assoluta grazie alla complicità della Federazione, da juventino mi auguro di vincerne almeno altri 10 di fila di scudetti, così da non permettere a chi ha provato gioia nel vedere la Juventus retrocessa (ingiustamente) in serie B di poter di nuovo inserire nell’albo d’oro nazionale il proprio nome al posto della Signora”.

“Neanche riescono ad immaginare il piacere che noi gobbi proviamo nel vedere, ogni anno, i soliti censori questionare sul conteggio degli scudetti, facendo appello alla solita FIGC affinché intervenga a ripristinare quello corretto, secondo loro”.

Secondo i loro processi farsa e le loro sentenze burla. Solo per il piacere di vederli ogni volta in questo stato, spero che la Juventus non si fermi, ma continui a conquistare tricolori uno dopo l’altro. A random”.

“I 200 irriducibili di piazza S.Carlo hanno un’altra motivazione: Ajax. O, se preferite, Champions League sfumata per l’ennesima volta appena 4 giorni prima, quando si era tutti convinti che potesse essere l’annata giusta”.

Perché c’avevi Ronaldo, perché era stato appena disintegrato l’Atletico del Cholo, perché ritenevi di essere più forte dei giovani lancieri olandesi. I quali ,invece, in 180’ ti hanno dato una lezione di calcio, dimostrandoti che per vincere in Champions non bastano le figurine ma serve soprattutto un gioco”.

“Che la Juventus al momento non ha e di cui non riuscirà mai a dotarsi, se continuerà a professare un tipo di calcio dimostratosi perdente in Europa. Da qui la frustrazione e la poca voglia di celebrare in pompa magna un altro meritatissimo scudetto. Passerà, di sicuro, ma per ora è così”, conclude il suo lungo editoriale Marcello Chirico.

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