È grandissima la delusione per la Juventus e i suoi tifosi per la mancata qualificazione alle semifinali di Champions League.
Il gol di Cristiano Ronaldo ha regalato ai tifosi bianconeri l’illusione di poter portare a casa il risultato, ma non è purtroppo bastato ad evitare quella che si è invece trasformata in una serata da dimenticare.
Ha vinto l’Ajax, che con il suo gioco efficace e intenso, ha permesso di regalare agli olandesi un’altra notte magica, dopo quella contro il Real Madrid.
E il racconto della serata da dimenticare lo fa su Dagospia Giampiero Mughini, grande tifoso della Juventus, capace con grande lucidità di mettere a fuoco le criticità della partita da incubo a cui ha assistito. Partita a cui ha assistito con sofferenza, la stessa di tutti i tifosi, che hanno visto i giovani giocatori dell’Ajax bistrattare la sua squadra del cuore.
Le sue parole:
“Lo sport non inganna, nello sport non ci sono fake news né conteggi elettorali sospetti né servizi segreti che hanno falsato la realtà. Nel secondo tempo dei quarti di finale Juve-Ajax i ragazzacci terribili hanno fatto tutto quello che si può fare su un campo verde del football. Ho detto il secondo tempo, perché il primo era stato tutt’altro. Ma si dà il caso che nel football si gioca per due volte 45 minuti”.
“Stride il contrasto tra ricchi e poveri. La Juve dei milionari contro una banda di giovani cresciuta all’interno del settore giovanile e pagata niente o quasi. Certo, oggi anche i giocatori dell’Ajax hanno quotazioni elevate ma il paragone economico continuava a non reggere: “I ragazzacci hanno onorato il teatro del football. La loro società fattura un quinto della Juve, niente da fare. Noi avevamo Ronaldo, acquistato per parecchi e parecchi milioni di euro, loro hanno De Jong, che pare sia stato comprato ragazzino per un euro. Cappello”.
“Trovo ributtante che i tifosi juventini fischiassero i ragazzacci terribili quando si avventavano in attacco. Lo sport è sacro, e sacro è 99 volte su cento il risultato dello sport. I ragazzacci dell’Ajax sono stati superiori, punto e chiudo. È stato l’inferno, nient’altro che questo. L’inferno su questa terra, su un campo di football. Una sera di aprile”.