Sono stati diversi gli incontri al Governo nella giornata di ieri in cui si è parlato di sport.
Ieri infatti tra i tanti incontri c’è stato quello tra i sottosegretari Valente e Giorgetti e il presidente della Lega Pro Ghirelli.
Si è parlato di un progetto che è quello di tutelare dal punto di vista delle coperture previdenziali con annessi tutti i diritti che caratterizzano i lavoratori comuni, anche gli sportivi che non sono professionisti e che mettono a rischio la loro carriera scolastica con conseguenti ricadute anche sulla futura carriere professionale.
A riportare la notizia è il sito Calcio e Finanza secondo “il quale il Governo starebbe pensando di rilanciare un protocollo con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur)”.
Obbiettivo del protocollo è appunto quello di “impedire che i calciatori – soprattutto coloro che militano nelle categorie più basse – interrompano la scuola per scegliere la carriera professionistica”, si legge sul sito Calcio e Finanza.
Tutte queste novità dovrebbero essere portate sul tavolo della Federcalcio.
Sono infatti rari i casi in cui un calciatore non lasci indietro gli studi per portare aventi la carriera sportiva.
Non molti sanno, infatti, che per i giovani calciatori non è facile conciliare scuola e calcio, perché chi fa sport a livello agonistico non viene premiato dalla scuola (come accade ad esempio negli Stati Uniti), ma addirittura osteggiato dalla stessa.
Ci sono storie di ragazzi che perdono anni di scuola e sono costretti a recuperare con le scuole serali. Ma di questi piccoli eroi che fanno tanti sacrifici nessuno parla.
Qualche anno fa si i media hanno dato risalto alla notizia della laurea di Giorgio Chiellini.
Il messaggio del calciatore ai giovani è stato chiaro, a prescindere dalle sopracitate norme che potrebbero vedere la luce del sole nei prossimi mesi: bisogna studiare.
Un incoraggiamento a tutti coloro che sono impegnati su due fronti ad alti livelli (e non solo) lo sport e la scuola, e temono di non poter coronare entrambi i propri sogni!
Ecco le parole del capitano della Nazionale Italiana riprese dai media qualche mese fa: “Per me lo studio era un hobby, un piacere, non mi pesava” ha raccontato il Chiello.
Che aggiunge “anzi mi teneva attivo il cervello”.
“nei periodi più intensi, quelli vicini all’esame, mi portavo i libri anche in ritiro, comunque non ho mai saltato un allenamento per andare a seguire una lezione” conclude il calciatore.