Giovanni Trapattoni, l’allenatore che rimase per dieci anni alla guida della panchina bianconera, dove l’Avvocato Agnelli non gli fece mancare il sostegno di grandi campioni come Zoff, Platini, Cabrini, Tardelli, Gentile e altri, sta per compiere 80 anni.
Allenatore preparato e persona genuina, è rimasto nel cuore dei tifosi e rimarrà nella storia del calcio, avendo giocato e vinto scudetti e coppe, sia da calciatore che da allenatore.
Indimenticabili le sue conferenze stampa con un linguaggio un po’ incerto, che lo hanno reso ancora più celebre e amato dal grande pubblico.
In un’intervista pubblicata su Repubblica, e di cui riportiamo un breve stralcio, il Trap ha parlato di sé e del suo passato.
L’ex allenatore festeggerà 80 anni domenica 17 marzo, nel giorno del derby Milan-Inter, di cui dice:
“Il derby è sempre imprevedibile e non ha mai favoriti, stavolta è vero ancora di più. Divise da un punto in classifica e con la stessa differenza reti. Rispetto all’andata il Milan è più solido mentre l’Inter potrebbe essere condizionata dal caso Icardi, ma anche dallo sforzo e dal risultato dell’Europa League”.
Trapattoni ha poi proseguito cercando di dare una definizione ai periodi della sua vita:
“Una “definizione del cuore” per Milan, Juventus e Inter? Milan: la prima famiglia, il club che mi ha fatto realizzare il mio sogno. Senza Milan la mia storia sarebbe stata indubbiamente differente. Juve: la lunga storia d’amore, un gruppo eccezionale che mi ha permesso di affermarmi come allenatore. Inter: una inarrestabile emozione, la squadra con cui cimentarmi per capire se i miei successi fossero legati soltanto alla Juve. Facendo un paragone con la vita, il Milan è stato l’adolescenza, la Juve il matrimonio, l’Inter il cambiamento della mezza età“.
Alla domanda se ci fosse una partita del passato che avrebbe voluto giocare nuovamente, Trapattoni ha risposto:
“Nessuna, sa perché? Non so come si sarebbe sviluppata la mia carriera se qualcosa fosse andato diversamente. Ho commesso errori, non li rimpiango: sono stati fra i migliori insegnamenti che io abbia mai ricevuto. Mi ritengo già così estremamente fortunato. Se mi ha dato più dolore dolore Magath, giustiziere della Juve nella finale di Coppa Campioni ’83 con l’Amburgo, o Byron Moreno, l’arbitro di Italia-Corea del Sud? Decisamente Moreno. Perché quello che è accaduto al Mondiale 2002 ha avuto origine dall’arbitro e non dall’avversario. E dall’arbitro ci si aspetta un comportamento super partes. Lui ha commesso una grande ingiustizia e ha colpito tutta l’Italia“.
Quindi il Trap ci ripensa e dice:
“Ecco, ci ripenso: se proprio dovesse esserci una partita che rigiocherei, sarebbe Italia-Corea. Per avere un arbitro diverso“.