Il giornalista sportivo Italo Cucci, nell’articolo pubblicato dal Corriere dello Sport, parla della rivalità mai sopita e tornata alla ribalta in questi mesi tra la Juventus e l’Inter.
La causa, neanche a dirlo, Mauro Icardi:
“In una partita a chiacchiere è riesplosa la rivalità fra Inter e Juventus. Ha cominciato Fabio Paratici, colui che era stato relegato nell’ombra da Marotta: uscito alla luce, non potendosi dedicare agli umori di Nedved, alle scelte di Allegri e ai piantini di Dybala, s’è buttato su Maurito: «A giugno si vedrà». Marotta l’ha fulminato: «Si vedrà cosa? Icardi mai alla Juve. Piuttosto noi su Dybala”.
“E poi, serio: «Quella di Paratici è un’affermazione inopportuna». Olé. Ci risiamo. Un giorno, non tanto tempo fa, Massimo Moratti mi ha detto, mentre parlavamo dell’eterno Derby d’Italia Juventus-Inter giocato anche fuori dal campo: «Con gli Agnelli abbiamo sempre avuto ottimi rapporti. Ricordo che Gian Marco e io ci incontravamo a casa nostra con Umberto»”.
“Chissà perché non gli chiesi di Andrea. Forse, riservato e signore com’è, avrebbe cambiato discorso. Alla Boniperti. E infatti storie successive, sempre legate a quel famigerato scudetto, hanno confermato almeno la dura rivalità calcistica con Agnelli III. Moratti adesso pensa ad altro, anche se non abbandona la “sua” Inter, se non altro perché ha un ottimo rapporto con la famiglia Zhang, in particolare con Steven”.
“Oggi il giovane è presidente dell’Inter e mantiene un certo distacco dalle vicende di Maurito e Wanda, secondo lo stile predicato in questi giorni da Massimo, senza tuttavia negarsi un «Icardi mai alla Juve!» per scaldare i tifosi. Marotta ha avuto qualche critica per avere sfasciato capitan Icardi (anche per proteggere Spalletti da una nuova tottite?) ma sul più bello, dopo le accomodanti lacrime di “Uanda”, il vecchio amico Fabio Paratici gli ha dato una mano a uscire dall’inghippo dolceamaro: ricreando l’accesa e storica rivalità fra Juve e Inter”.
“A parole, naturalmente, ma convocando solennemente i tifosi nerazzurri, amaramente distratti da Wanda, cui hanno indirizzato accenti di greve maschilismo, a gufare l’altra detestabile Signora, davanti alla tivù, al suo ritorno in Champions. Più forti e determinati di prima. Un segnale positivo. Per l’Inter. Le parole non fanno gol”.