Inchiesta stipendi Juve, viene reso noto il contenuto della mail che il 18 novembre 2020 il dirigente Stefano Bertola ha inviato al presidente della Juventus Andrea Agnelli, ora sequestrata dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta che vede i vertici del club bianconero indagati per false comunicazioni sociali in relazione ai bilanci 2019, 2020 e 2021.
“Riduzione stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza”, è questo in sintesi, il contenuto della mail riferito dal Corriere della
Sera, secondo cui Bertola, riportando alcuni appunti relativi alla situazione finanziaria della società in vista della predisposizione del bilancio 2021, evidenziò al presidente che il risultato era “molto pesante” e si aggirava intorno a -116 milioni. Ma “mitigazioni” erano previste appunto attraverso “riduzioni di stipendi” e “plusvalenze”.
Sulle colonne del Corriere si legge ancora che “nelle contestazioni si evidenzia, ad esempio in relazione allo stesso bilancio 2021, che senza il maquillage finanziario il patrimonio netto avrebbe registrato un passivo di circa 175 milioni”.
E ancora: “E se le “manovre stipendi” — i presunti accordi segreti con i giocatori per dilazionare il pagamento di quattro mensilità di stipendio per le stagioni 2019/20 e 2020/21 — sarebbero state un escamotage ideato in tempi di pandemia, le plusvalenze sarebbero invece uno strumento collaudato”.
Lo stesso direttore sportivo Federico Cherubini parla nel proprio “Libro Nero” di “utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali”, peraltro stigmatizzando l’operato complessivo di Fabio Paratici (all’epoca suo superiore) e soprattutto evidenziando che il piano di “recupero bilancio” era “disastroso” e aggiungeva “meno forma e più sostanza”. Una bocciatura, in pratica, alle plusvalenze “artificiali”, portatrici di “beneficio immediato” e “carico ammortamenti”.