Ai microfoni della Gazzetta dello Sport il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ha affrontato la questione del calendario compresso, che sta provocando diversi malumori.
“Lo so che si gioca troppo, ma i club ne hanno bisogno per pagare stipendi e premi. Tutti vogliono più partite di coppa e nessuno rinuncia a niente“ ha commentato il numero uno della UEFA. “I club chiedevano 10 partite nel gruppo di Champions, saranno 8, il numero giusto. Servirebbero campionati a 18 squadre, ma i presidenti non sono d’accordo. Dovrebbero capire che due coppe nazionali sono troppe“.
“Facile attaccare sempre Fifa e Uefa – ha aggiunto Ceferin -, ma il discorso è semplice: se giochi meno, gli stipendi si riducono. Chi dovrebbe lamentarsi sono gli operai in fabbrica a mille euro al mese“.
Inevitabile parlare anche di Superlega. “Con loro non ho dialogo, soprattutto con Agnelli. Ho incontrato Perez e ho rispettato il protocollo. Non posso pretendere che l’Uefa sia mia proprietà . In finale a Parigi eravamo accanto, mi sono congratulato, ma questo è tutto”. Ha poi aggiunto: “Il progetto Superlega ormai è morto perché nessuno vuole partecipare. Vedo solo tre persone arrabbiate con tutti, che portano tutti in tribunale, ma ormai è finita“. Ottimo, invece, il rapporto con il presidente del Paris Saint Germain, Al-Khelaifi. “Sì, ho un ottimo rapporto con il presidente dell’Eca, Al-Khelaifi. Lui ha capito e difeso il modello europeo, diversamente da alcuni presidenti europei”.
Infine un giudizio, severo, sugli stadi italiani: “Non c’è uno stadio che possa ospitare una finale di Champions. Incredibile. La Turchia è un rivale forte. Sugli stadi servono garanzie forti prima”.