Il calcio è senza dubbio lo sport più praticato e più seguito nel nostro paese. Eppure i suoi conti sono sempre in difficoltà. Dalla Gran Bretagna arriva un modello che potrebbe aiutare a risollevare le sue sorti.
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30 milioni di tifosi, 1,4 milioni di tesserati, quasi 5 milioni di praticanti per un fatturato diretto di oltre 6 miliardi di euro. I numeri del calcio però non finiscono qui: sono quasi 130 mila i posti di lavoro attivati, 11 miliardi invece è l’impatto indiretto sul Prodotto Interno Lordo italiano mentre la contribuzione fiscale annua si aggira sui 3 miliardi.
Il Report Calcio 2024 della Figc parla chiaro: il calcio è senza dubbio lo sport più seguito e più praticato, con numeri in crescita e un pubblico in espansione. C’è un però: i suoi ricavi sono in perdita. L’indebitamento complessivo del calcio professionistico, pur rimanendo stabile, è pari a 5,7 miliardi di euro nella stagione 2022-2023. Per risanare il piano, allora, serve qualcosa. Serve magari andare a ragionare sui ricavi provenienti da sponsor e attività commerciali, passati dai 708 milioni di euro della stagione 2021-2022 ai 930 milioni della stagione 2022-2023 ma ancora bassi, o perlomeno sicuramente più bassi di quanto si potrebbe avere.
Ecco allora che dalla Gran Bretagna arriva una proposta e un modello da seguire: quello di tassare il betting a favore dello sport. “Nel Regno Unito, – ci spiega Siliva Urso di Giochidislots -, il Betting and Gaming Council ha collaborato con le principali federazioni sportive per sviluppare un codice di condotta intersettoriale sulle sponsorizzazioni legate al gioco d’azzardo”. “Questo nuovo codice si basa su quattro principi fondamentali: protezione, responsabilità sociale, reinvestimento e integrità. Il primo principio mira a proteggere bambini e giovani, limitando la promozione del gioco d’azzardo ai minori; il secondo principio richiede invece che le sponsorizzazioni includano messaggi di educazione e sensibilizzazione; terzo punto è quello del reinvestimento dei profitti nel miglioramento delle infrastrutture sportive e comunitarie e infine il quarto principio, quello che si occupa di tutelare l’integrità sportiva”, conclude l’esperta di Giochidislots.
Una misura importante, che attualmente si scontra con l’assetto normativo del nostro paese. In Italia, infatti, il Decreto Dignità ha vietato le sponsorizzazioni legate al gioco d’azzardo nel calcio. Qualcosa aveva provato a smuovere, nei mesi passati, il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, ma il dibattito si è subito interrotto. Ma è da qui che si deve ripartire per risanare il sistema calcio italiano. Un sistema in crisi, che deve continuare a resistere.