Il 2 febbraio sono state diramate le liste ufficiali per la partecipazione all’Europa League. Dopo lo stop imposto dai Mondiali in Qatar, le coppe europee riprendono il loro naturale percorso: Champions League, Europa League e Conference League si preparano a riprendere le ostilità. Giovedì 16 febbraio si disputeranno le gare di andata (i ritorni sono la settimana seguente) per i playoff validi per accedere agli ottavi di finale di Europa League. Le compagini italiane impegnate nella manifestazione sono Roma e Juventus, con i bianconeri che rappresentano uno tra gli illustri esclusi dalla Champions League, usciti nella fase a gironi.
La retrocessione nella seconda competizione europea significa prima di tutto un minor introito dal punto di vista economico, aspetto non secondario per potersi muovere agevolmente sul mercato e arrivare a competere con le maggiori big europee. Il divario resta però enorme dal punto di vista della spesa possibile, basta osservare la cifra investita nella sessione di mercato invernale da compagini di altri campionati come il Chelsea, autore della sessione di riparazione più costosa di sempre. In generale è tutta la Premier League ad essersi mossa nel mercato recentemente chiuso, segno di un campionato più vivo che mai anche dal punto di vista economico. Non è perciò un caso che le quote sulla vincente dell’Europa League trovino al primo posto l’Arsenal, ai vertici anche del campionato inglese, e nella griglia delle favorite sia presente anche il Manchester United.
La Juventus è invece leggermente più indietro ma ugualmente considerata una concorrente papabile al titolo europeo, a patto che lo scoglio Nantes (squadra da affrontare ai playoff) non si riveli insormontabile. I bianconeri, anche alla luce della pesante penalizzazione in classifica (per cui sono ancora in corso verifiche), potrebbero vedere nella seconda coppa europea un modo per salvare una stagione che potrebbe tradursi disastrosa, tanto dal punto di vista sportivo quanto economico. La vittoria in Europa League, oltre a riportare a Torino una coppa europea che manca dal 1997 (anno in cui Marcello Lippi in panchina vinse la Supercoppa europea), porterebbe nelle casse bianconere circa 25 milioni di euro. La stessa cifra sarebbe entrata superando gli ottavi di Champions League, considerato il traguardo minimo ad inizio stagione. Così non è stato, con gli uomini migliori fuori (si pensi a Pogba, ad esempio, ancora ai box) e i nuovi innesti che non hanno inciso tanto quanto ci si aspettava (impossibile non pensare a Paredes per il centrocampo).
I -15 punti, uniti a prestazioni di certo non esaltanti del gruppo guidato da Massimiliano Allegri, si veda ad esempio la sconfitta contro il Monza (2 a 0), rendono sempre più difficile la risalita della classifica con l’ottica di un piazzamento europeo. Per disputare almeno i preliminari di Conference League è necessario il sesto posto in classifica: un obiettivo alla portata ma che si traduce in una bella differenza economica rispetto alla qualificazione diretta ai gironi di Champions League, ottenibili con uno dei primi quattro posti in Serie A. Mettendo a confronto le cifre, infatti, lo scarto è evidente: la qualificazione ai gironi nella massima competizione europea vale oltre 15 milioni per ciascuna squadra che vi partecipa; l’ottenimento degli spareggi alla Conference League sono quantificati in 300.000 euro per club.