“A Salerno sarà uno scontro diretto”, aveva sentenziato Allegri alla vigilia della gara con i granata, “noi abbiamo 23 punti e loro 21″. Una fotografia, quella fatta dal tecnico bianconero, che aveva il sapore della provocazione, tanto alla squadra quanto all’opinione pubblica. “La realtà dice che abbiamo 23 punti, quindi dobbiamo farne ancora tanti per ottenere la salvezza. Questa è la realtà, e se non la guardiamo ci facciamo male”. E allora qual è il vero obiettivo della Juventus post-penalizzazione? Salvezza o sesto posto che profuma d’Europa?
Per quanto riguarda le coppe internazionali, lo scenario è piuttosto eloquente: i bianconeri dovranno trovare grinta, gioco e determinazione per un piazzamento in Conference nel 2023-24. I principali siti di betting hanno completamente rielaborato le quote e i bonus scommesse 2023 all’indomani della penalizzazione e non sembrano fiduciose nel recupero in classifica della Juventus, che si troverebbe a vivere una stagione totalmente fallimentare, senza titoli e senza piazzamenti, eccezion fatta per Coppa Italia ed Europa League, per le quali Allegri è ancora in corsa.
Per la Juventus, trovarsi nella lotta salvezza è un unicum nella storia bianconera. Ad eccezione della stagione di Calciopoli, il peggior piazzamento è il 12° posto (Serie A a 18 squadre) del 1961-62, con 29 punti in 34 giornate (media partita 0,85: 10 vittorie, 9 pari, 15 sconfitte). Il campionato si chiuse a +7 dalla zona retrocessione, che ai tempi dei due punti a vittoria erano un bel cuscinetto di quattro partite. Con la vittoria a tre punti da oltre quindici anni la situazione è più complessa. E Allegri forse non mente quando pensa innanzitutto a salvarsi. Probabilmente è questo il primo, vero obiettivo bianconero di una stagione assolutamente imprevedibile.
Da quando ci sono tre retrocessioni, la quota salvezza è stata attorno ai 37-38 punti. Un tempo fissata a quota 40-41, solo il Bologna 2004-05 non si è salvato con 42 punti. Negli ultimi quattro anni la quota è andata sempre scendendo: prendendo i punti della terzultima, si è passati dai 38 dell’Empoli nel 2018-19, poi i 35 del Lecce 2019-20, i 33 del Benevento 2020-21 fino ai 30 del Cagliari 2021-22 che un anno fa hanno permesso alla Salernitana di salvarsi con 31 punti. La Juventus post-Arechi ne ha totalizzati 26: sulla scia di questi calcoli, e guardando il calendario, 5-8 punti sono assolutamente plausibili (Fiorentina, Spezia e Torino le gare casalinghe dei bianconeri). Ma il problema è un altro: l’ipotesi doppia penalizzazione che manderebbe in frantumi tutti gli sforzi di Allegri. In quel caso l’impegno, oltre che improbo, dovrebbe essere doppio per recuperare anche la seconda decurtazione in classifica. Scenario assolutamente imprevedibile.
Ragionare di Conference è piuttosto aleatorio. La Juventus ha in media più di dieci punti da recuperare sulla sesta con un calendario che vedrà i bianconeri impegnati anche contro Roma, Inter, Lazio e Atalanta in trasferta, senza contare la sfida interna all’Allianz con la corazzata Napoli. In mezzo le gare con il Nantes. E allora la Juventus potrebbe pensare seriamente di risollevare una stagione drammatica puntando proprio alle coppe. Alzare la Coppa Italia significherebbe giocare in Europa nel 2023-24 mentre vincere l’Europa League varrebbe la partecipazione in Champions 2023-24.
“È incredibile quel che è successo alla società bianconera: c’è un ricorso in essere e bisogna vedere come andrà a finire. Ma intanto la squadra deve uscire da quelle posizioni di classifica”, afferma Boninsegna ai microfoni di Radio RAI. “La Juve non è abituata a navigare in acque basse, deve stare attenta. Deve cercare di uscirne immediatamente”. Intanto Elkann ha deciso: la Juve taglierà 70 milioni di costi. E almeno in cinque andranno via. A prescindere dalle vicissitudini giudiziarie ancora in sospeso, la società non rinnoverà i contratti in scadenza, salvo quello di Pinsoglio. Solo Milik ha chance di restare. Tutto è in divenire.
Il futuro societario è nebuloso, la squadra dovrà farsi carico di numerose pressioni sul piano psicologico: rinnovi e mancati rinnovi, cessioni, ulteriori penalizzazioni potenziali, rischio retrocessione, obiettivi da raggiungere. Allegri dovrà affidarsi a tutte le sue più sottili abilità da people management sportivo per gestire un gruppo che adesso avrebbe solo bisogno di tranquillità mentale per non scoppiare. Per la Juventus c’è ancora la possibilità di centrare l’Europa in maniera diretta o indiretta, attraverso un prodigioso recupero in classifica verso il sesto posto o sfruttando le due coppe ancora in ballo. I bianconeri hanno praticamente tre chance: mancarle tutte sarebbe uno smacco, un fallimento e un clamore mediatico. L’impresa di centrarne almeno una non è impossibile.