Bernd Reichart, CEO di A 22, l’agenzia che sta lavorando sul progetto Superlega, è intervenuto al Nueva Economia Forum, con Perez e Laporta presenti:
IL PARERE AVVOCATO GENERALE “è un parere del general counsel, la sentenza arriverà nella primavera del prossimo anno. La Superlega non è morta, tutt’altro”.
Poi subito la denuncia: “I club sostengono tutte le spese e i rischi aziendali e non si capisce che non sono i padroni del proprio destino. I club devono vivere di ciò che generano”.
“La Superlega non è affatto morta. È molto viva. Vogliamo migliorare il calcio e per questo dialoghiamo con tutte le parti. Vogliamo ripristinare l’entusiasmo e fornire una struttura economica maggiormente adeguata”.
“È un parere non vincolante. La UEFA non può essere tutto allo stesso tempo. È un giudice e un partito. Regolamenta e ammette o meno la partecipazione. Qualcosa di incredibile. Decide chi accede al mercato o meno. Stiamo lavorando su tale opinione. Deve aprire il mercato e stabilire alcune regole. Il rapporto lo ammette”.
“Il sistema UEFA esiste da 70 anni. Nelle ultime settimane abbiamo parlato con 30 club e stanno perdendo la paura. Vogliono un cambiamento nella governance e nel controllo finanziario”.
“Un giovane guarda 10 ore di calcio e 300 su FIFA. Chiedono partite migliori. Una partita di Champions League genera più di sei volte il pubblico di una qualsiasi di quelle partite insignificanti. Non vogliamo che il calcio sia visto su Tik Tok. Vogliamo che la Superlega sia la migliore competizione europea. Alcuni rapporti dicono che è la Premier League e stiamo lavorando per creare una competizione migliore”.
Accuse anche contro Tebas: “Ogni volta che parla il presidente de LaLiga, impariamo di più sul nostro progetto. Parla anche di un formato quando non è così. Continua a parlare di un progetto chiuso quando non è così”.
“Il consiglio generale parla apertamente che è legale giocare, creare e partecipare ad altre competizioni. Nessuno parla di non giocare nei campionati nazionali. Non capisco il presidente de LaLiga”.
Agnelli “Avrebbe voluto essere qui”.
Infine il messaggio a Ceferin: “La UEFA crede che siano le Nazioni Unite. Ci sono competizioni che mettono in discussione la propria legalità e si adattano ai tempi attuali”.
“Devono farci lavorare. Le pressioni, le minacce ai club di espellere i club… Erano vere. Spero che in primavera ci lascino parlare, spiegare, negoziare con i club. Il calcio ha bisogno di regole chiare che si applichino, non come fino ad ora. Devono essere uguali per tutti. Adesso è tutto stravolto. I tifosi vogliono che tutti gareggino alle stesse condizioni, cosa che ora non accade”.
“Parlare di una competizione chiusa è stato ciò che ha causato la bocciatura iniziale in Inghilterra. Stanno già cambiando idea. Sono tifosi di un club e non di una competizione creata a Nyon”.