Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara di Champions tra la Juve e il Maccabi:
“Sarà partita molto complicata, hanno fatto vedere qui buone cose, buoni tiratori e hanno tirato molte volte. Hanno fatto una buona partita col Psg, ambiente molto caldo e bisognerà stare attenti e in certi momenti della partita non dobbiamo ripetere gli errori fatti”.
Subito una precisazione del mister bianconero: “Tridente in attacco con Milik, Vlahovic e Di Maria? Tutti insieme? E non è un’allegrata se l’ha detto. Al limite farò una cosa che nessuno s’immagina. Serve una partita di compattezza. Bisogna ridurre al minimo gli errori, è successo con il Maccabi quel quarto d’ora, a Milano è stata la falsariga con il Benfica in casa, dove abbiamo avuto la possibilità di fare il 2-0. Poi il rigore, facciamo 10 minuti bene e prendiamo il secondo gol, su queste robe bisogna sicuramente lavorare. La cosa più facile da fare e la cosa più redditizia è quella di avere più compattezza nella partita”.
Allegri ribadisce: “Il dettaglio fa la differenza, il centimetro, l’attenzione. Senza pensare di stravolgere il mondo, ma sicuramente bisogna fare partite in cui serve attenzione, cuore, in maniera diversa”.
E poi: “C’è la possibilità domani sera di giocare subito, un’opportunità per rialzarci in piedi. Le due partite avevano illuso un po’ tutti, è stato un errore e non bisogna illudersi ma vivere di realtà, cose pratiche. E’ un percorso che va fatto crescendo, lavorando con passione, mettendosi sempre in discussione, avendo voglia di arrivare agli obiettivi, creare presupposti. Poi se ci sono squadre più forti, lo vedremo, ma in campo non dobbiamo più fare errori come son successi ripetutamente in varie partite a inizio campionato”.
Squadra solida? “Assolutamente sì”.
Allegri parla infine di “percorso di crescita, ma non dev’essere un alibi e non bisogna avere alibi, ma andare in campo e fare il massimo di quello che bisogna fare, sotto l’aspetto della compattezza, di lottare su ogni pallone, le cose basilari che servono per giocare una partita di calcio. Il cuore, la passione. L’esperienza si fa giocando e pagando certi errori. Fa parte di un percorso iniziato dalla Juve dopo tanti anni di vittorie. Capisco che dall’esterno sembra facile: prendere e cambiare giocatori, finiscono i cicli – perché la vita è ciclica – e dopo 3 mesi vinci e fai. Non è così. Noi mettiamo tutto l’amore e la passione per riportare la Juve nelle posizioni che competono. Ma ci sono le altre che crescono e iniziano nuovi cicli. Dobbiamo lottare. E quindi serve fare di più, molto di più. Riacquistare autostima generale che prima c’era, perché le vittorie ti davano autostima. E su questo bisogna lavorare ogni giorno, crescere per ritornare a quei livelli”.