Il preparatore “marine“ del Tottenham, Gian Piero Ventrone, (le immagini di Kane che vomitava e di Son distrutto sul terreno di gioco hanno fatto il giro del mondo), nel corso di un’intervista a SportMediaset ha parlato della sua collaborazione con Antonio Conte.
“La storia tra me e Antonio è una storia particolare, è partita tanti anni fa nel 2006 e poi a un certo punto si è interrotta per il volere di nessuno, perché la casualità e gli eventi così hanno detto. Noi, però, ci siamo sempre mantenuti più o meno in contatto, la stima mia per Antonio e di Antonio per me è sempre alta. Per me la Premier è un sogno, ero scettico a tornare ad alti livelli e lo devo ringraziare“.
Ventrone ha poi commentato le parole dell’allenatore del Bayern Monaco, Julian Nagelsmann che, riferendosi allo stato di forma di Matthijs de Ligt, ha detto che “in Italia è difficile tenersi in forma“. “Chiariamo un concetto base: allenamento più duro non significa migliore, altrimenti faremmo allenare i calciatori come i Marines – ha commentato Ventrone. È semplice, li facciamo allenare come i reparti speciali e dopo due giorni in campo non c’è più nessuno. Ma c’è uno sport che dobbiamo rispettare, poi l’importante è che funzioni. Oggi ci sono tante idee, tanti copia e incolla, poi possiamo fare quello che vogliamo, anche portarli in kayak. Ma, se poi in campo resistono più degli altri, vanno più veloci degli altri e non hanno molti infortuni, a me va benissimo mandarli col kayak, ma dobbiamo dimostrarlo. La Juve è un club evoluto, queste parole mi sembrano strane anche se andrebbero approfondite”.
In quasi 30 di carriera, i calciatori che l’hanno colpito maggiormente? “Tanti, dalla Juve di Ravanelli, Vialli, Ferrara, Del Piero e Torricelli a finire con i nostri giocatori di adesso. Più il livello è alto, più trovi giocatori d’elite. Non basta il talento, sono d’accordo con Arrigo Sacchi: il talento è qualcosa che tu hai e che potrebbe aiutarti in caso di, ma senza aggiungere altre cose il talento non basta“.