Nel corso di un’intervista ai microfoni di TuttoSport, l’ex allenatore Marcello Lippi ha commentato la situazione della Juventus attesa alla finale di Coppa Italia che si disputerà stasera contro l’Inter all’Olimpico.
Finali come questa “Non si preparano, non ce n’è bisogno. Si preparano da sole” ha commentato Lippi. “Perché andare in finale di una competizione, qualunque sia, significa che per tre, quattro mesi, o un anno, tu hai vinto contro tutti. Altrimenti non saresti in finale. E una squadra che ha eliminato tutte le avversarie incontrate ha assunto una convinzione di forza, un’autostima, una consapevolezza dell’importanza delle cose che sa fare, che è già preparata. Deve solo andare in campo e vincere“.
La Juve “Arriva alla fine di una stagione in cui è cresciuta e migliorata – ha aggiunto. Probabilmente la Juventus quest’anno non era una squadra da scudetto, e infatti non lo vince, magari lo starà per diventare. Però è una squadra che è arrivata in Champions League e vincendo la Coppa Italia, se riuscirà a vincerla, avrebbe già realizzato qualcosa di importante”.
“Alla Juventus non c’è mai ansia o paura. Nella Juventus nessuno ha l’ansia – ha sottolineato Lippi. Probabilmente c’è il rammarico di non essere stati competitivi in campionato per qualcosa di più importante del 4° posto, però c’è soddisfazione per avere raggiunto la qualificazione alla prossima Champions League, che per la società bianconera è molto importante. E poi c’è questa finale di Coppa Italia, ma la Juventus è abituata a giocare le finali. Perciò non ci sono ansie in casa bianconera”.
In merito alle critiche rivolte a mister Allegri, Lippi ha tagliato corto: “Sono quelli nostalgici delle vittorie, degli scudetti. Però non si può discutere un allenatore come Allegri. Di recente ho detto che Massimiliano è un ottimo gestore di grandi giocatori, davvero bravissimo a gestirli, ma probabilmente adesso nella Juventus mancano proprio un po’ di grandi giocatori“.
Vlahovic, Chiesa, de Ligt, Locatelli. Sono questi i nomi da cui la Juve ha intenzione di ripartire. Lippi approva: “Andrea Agnelli ha ragione. Sono quattro grandi giovani calciatori. Qualunque società al mondo, dovesse impostare un processo di ricostruzione o di costruzione della propria squadra, partirebbe da questo tipo di giocatori: giovani, di altissimo livello tecnico e di grande personalità“.