“Ora è il momento di andare avanti. Tutti devono accettare quanto accaduto. Lo sport è così. Non si deve sempre trovare un colpevole, questa è la vita che è come il calcio”. Queste sono le parole del ct degli Azzurri Roberto Mancini, pronunciate nel post partita contro la Turchia, terminata 3-2, una vittoria inutile e ben poco consolante, vista l’eliminazione ai playoff della sua Nazionale contro la Macedonia del Nord.
“Non si deve trovare un colpevole“, dice Mancini. Il colpevole invece tempo addietro si è cercato e trovato, e risponde al nome di Gian Piero Ventura, commissario tecnico di quella sfortunata Nazionale che non riuscì a battere la Svezia nel doppio spareggio del 2017, impedendo all’Italia di partecipare ai Mondiali per la prima volta dopo 60 anni.
E a parlare ora è proprio Ventura, che ai microfoni del Corriere della Sera non ha nascosto la sua amarezza per quanto accadde dopo quella buia notte a San Siro del 13 novembre 2017.
“A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia del Nord, il presidente Gravina era seduto accanto a Mancini“ ha osservato Ventura, che ha aggiunto: “Io a San Siro ero solo, l’unico colpevole. Non l’ho mai trovato giusto”.
“II contesto era completamente diverso. Prima dei playoff la mia Nazionale era già contestata – ricorda l’ex ct. Eppure io sono uscito con Svezia e Spagna, ma non mi piace fare comparazioni. Se poi penso a certe immagini: per esempio Gravina a Palermo era vicino a Mancini, al suo allenatore, gli ha dato sostegno…”. “Ho sorriso in questi giorni leggendo alcune dichiarazioni di qualche giornale: “Nel calcio può succedere”, “Caccia ai colpevoli”. Nel 2017 ce n’era solo uno. Trovai scorretto dovermi prendere tutte le colpe. Ma ormai l’ho superato, spero che l’Italia torni presto tra le migliori squadre del mondo” ha poi concluso.