Il giornalista di fede bianconera Andrea Bosco prende atto della trasformazione della Juventus per merito di Max Allegri:
“Cinquanta-tre (53) sono i giorni che Max Allegri ha impiegato per normalizzare la Juventus. Mai vista trasformazione tanto rapida. Specie avendo a disposizione “certi“ giocatori”.
“Ma Allegri è un allenatore insensibile agli spifferi dello spogliatoio, a quelli dei tifosi, per non parlare di quelli della critica e soprattutto di “certi“ critici. Mantra non negoziabile: difesa e ancora difesa”.
Il giornalista sulle colonne di Tuttojuve ricorda quanto scritto da il “Sun“: “Avessero giocato per una settimana, il Chelsea non avrebbe fatto gol“, e definisce quella della Juve una “muraglia bianconera. Essendo breriano, gara di estrema goduria. Stupefacente che la truppa abbia “assimilato“ in tempi relativamente brevi”.
Non è che tutti i problemi siano stati risolti. Tante cose sono da aggiustare. Ma ora al timone del vascello c’è l’uomo giusto che predica “halma“. Ma che non fa “prigionieri“. Lo hanno capito i Kean e i Kulusevski, subentrati con il piglio di chi ha annusato il “giro del fumo“. Senza Dybala e senza Morata, la Juve – tipo è quella vista contro il Chelsea. In attesa di verificare chi sia Kajo Jorge e quanto potrà essere utile alla causa, Arthur. Su Ramsey (ennesimo affaticamento muscolare) ci metterei una pietra sopra. Spiace, perché la classe del giocatore non si discute.
In tutto questo scenario Bosco Confessa che “il sogno proibito è quello di vedere una Juve campione d’ Europa. Non solo perché sarebbe “ora“. Ma perché sarebbe una “libidine“ da film di Vanzina osservare la faccia di Ceferin costretto a premiare Andrea Agnelli”.
“Conoscendo il tipo, facilmente si comporterebbe come l’indegno Blatter che rifiutò a Berlino di premiare l’Italia di Lippi. Come è finito Blatter? Tempo al tempo: prima o poi “la carcassa“, transita” avverte il giornalista.