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venerdì, Aprile 19, 2024

Calciopoli. Moggi ricorda Ignazio Scardina, il giornalista incastrato da false accuse dei colleghi

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Luciano Moggi, sul proprio profilo Facebook ripropone un interessante articolo di errorigiudiziari.com  che rende onore a Ignazio Scardina,  un giornalista sportivo apprezzato per la professionalità e per la sua onestà intellettuale, scomparso il 7 aprile 2018.

Scardina era stato coinvolto in un’inchiesta (Calciopoli) che aveva messo a soqquadro il calcio italiano nel 2006. Alcuni suoi colleghi lo avevano accusato di realizzare per la Rai (di cui era caporedattore per il calcio, dopo essere stato uno dei volti di 90° Minuto e della Domenica Sportiva) servizi compiacenti e adulatori nei confronti di Luciano Moggi e dei suoi amici, contrari invece verso i nemici dell’allora super dirigente della Juventus”.

Non solo: gli si imputava anche di aver ricevuto in regalo un’automobile per aver convinto qualcuno ad astenersi dall’accusare durante il processo il direttore generale juventino”.

Ebbene – riferisce il portale specializzato nello scovare gli errori giudiziari del nostro paese – , “non era vero niente. Ignazio Scardina lo aveva fatto presente fin dal primo giorno, fin da quando, incredulo, si ritrovò tra le mani quell’ipotesi di reato (associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva) pesante come una montagna. Ma si ritrovò comunque ad affrontare un processo penale e uno di fronte alla Corte dei Conti, per danno erariale”.

Alla fine Ignazio Scardina uscì completamente assolto su entrambi i fronti, per non aver commesso il fatto. La sua non è stata una vicenda di ingiusta detenzione. Impossibile, però, non farlo rientrare tra i tanti errori giudiziari italiani dovuti a una delle cause più frequenti: le false accuse, appunto”.

La Rai lo reintegrò, ma non c’è dubbio che quella vicenda lo segnò profondamente, anche e soprattutto nella salute. “È una storia costruita in modo tortoriana”, disse lui a processi conclusi. Era fin troppo chiaro che le false accuse confezionate dagli stessi colleghi della sua redazione lo avevano minato profondamente, per quanto lui tentasse di sminuirne la portata”.

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