Dopo tre anni dal matrimonio tra la Juventus e Cristiano Ronaldo, sono inevitabili riflessioni e bilanci di stagioni in cui ogni Champions è stata peggiore della precedente, la qualità del gioco ha visto una flessione in negativo e, dettaglio non insignificante, i conti del club bianconero sono in sofferenza.
Chi aveva previsto tutto è Massimiliano Allegri, che prima di congedarsi dal club bianconero, aveva dato un consiglio al presidente e amico Andrea Agnelli: “Liberati di Ronaldo, sta bloccando la crescita di squadra e società”.
Un consiglio rimasto inascoltato, come riporta il quotidiano la Repubblica, perché “all’epoca i più credevano ancora che Cristiano fosse ‘l’affare del secolo‘: la Juve aveva appena stravinto l’ottavo scudetto di fila, la Coppa era andata male ma non per colpa di CR7 e sembrava che bastasse adeguare un poco il livello della squadra a quello del giocatore più forte per ripristinare l’alchimia che aveva prodotto cinque Champions tra Manchester e Madrid“.
“Al terzo anno di Serie A – si legge sul quotidiano – la Juve è prigioniera di Ronaldo e Ronaldo della Juve. Sono vincolati a un matrimonio senza scappatoie, anche se Jorge Mendes è più di un anno che ne cerca: l’estate scorsa (ma era un’estate breve, strana, difficile) bussò a qualche porta e fece circolare la voce, ma non c’erano i tempi tecnici per mettere in piedi un’operazione dall’architettura complessa, perché magari Cristiano non è più il giocatore migliore al mondo ma è ancora il più pagato, se oltre allo stipendio netto (2,58 milioni al mese) si considerano i guadagni derivati dagli sponsor e dalle sue iniziative imprenditoriali: secondo Forbes incassa oltre 100 milioni l’anno (e in carriera ha superato il miliardo)”.
La Repubblica conclude: “La forza della Juve è che mai nessun giocatore è stato più importante del club, anzi, ma CR7 ha ribaltato questa convinzione, si è preso libertà mai concesse ad altri: condiziona la tattica, pretende di non essere sostituito, decide le cadenze del turnover, batte tutte le punizioni anche se gliene viene una su 70, si permette di esautorare a gesti Allegri e Sarri e spesso è insofferente verso i compagni”.