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sabato, Aprile 20, 2024

Nicola Rizzoli: “Calciopoli? Ancora oggi ci portiamo dietro qualche scoria, ingiustamente”

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Nel corso di un’intervista rilasciata a il Corriere dello Sport, il designatore di Serie A e B Nicola Rizzoli è tornato su alcuni dei temi più dibattuti che nel corso degli anni hanno coinvolto la classe arbitrale, primo fra tutti Calciopoli.

Ha accelerato la mia carriera – ha ammesso Rizzoli -. Alcuni colleghi mi precedevano nelle graduatorie di merito o per età, ma sono finiti nell’inchiesta e non hanno più arbitrato. In generale, però, ci ha fatto molto male. Rimettersi in piedi è stata durissima. Ancora oggi ci portiamo dietro qualche scoria, ingiustamente.

In merito alla tanto contestata direzione arbitrale dell’ultima sfida Juventus-Napoli, Rizzoli ha ammesso: Mariani ha sbagliato, così come la VAR. Lo sanno benissimo anche loro. Io sono sempre stato favorevole alla tecnologia, ha ridotto notevolmente il numero degli errori, lo confermano i numeri”.

Rizzoli ha poi aggiunto un commento sul tanto dibattuto fallo di mano: “Due anni fa c’è stata una rivisitazione della regola: colpire il pallone di mano è antisportivo, ma non si può pensare che chi difende intervenga con le braccia dietro la schiena, è un movimento innaturale e rischioso”.

Oggi gli arbitri hanno meno personalità – ha ammesso Rizzoli -, ma è vero anche che in passato il non-visto prevaleva sul visto perché ci si confrontava con 6 telecamere e non con 16. Io spero che il chiarimento live faccia fare un passo avanti deciso. L’obiettivo è quello di riuscire a comunicare in tempo reale con l’esterno la decisione appena presa e le motivazioni. Chiaramente, anche quella del VAR“.

Spazio anche per un parere sull’episodio che fa ancora discutere a distanza di anni, anche dopo le dichiarazioni dell’arbitro Orsato: “È inutile parlare dell’errore ammesso da Orsato in quel famoso intervento tra Pjanic e Rafinha. Stiamo parlando di una partita di tre anni fa, io guardo avanti”.

“La sudditanza psicologica? È negli occhi di chi guarda”, ha concluso Rizzoli.

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