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martedì, Marzo 19, 2024

Gianni Minà: “Per tentare di non pagargli gli ultimi 2 anni di contratto il Napoli preparò una bella trappola a Maradona, in modo che fosse costretto ad andarsene dall’Italia rapidamente”

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Grandissima la commozione e numerosi i messaggi giunti da ogni parte del mondo in ricordo del grande campione argentino Diego Armando Maradona, scomparso ieri all’età di 60 anni a causa di un arresto caridiorespiratorio.

A ricordare la leggenda del calcio anche il noto giornalista Gianni Minà, che sul suo profilo Facebook ha rievocato anche gli anni di Maradona al Napoli, rivelando un retroscena antecedente alla sua partenza:

“Con Maradona il mio rapporto è stato sempre molto franco.
Io rispettavo il campione, il genio del pallone, ma anche l’uomo, sul quale sapevo di non avere alcun diritto, solo perché lui era un personaggio pubblico e io un giornalista”.

Parlando del rapporto tra media e calciatori, Minà ha proseguito parlando di Platini “che come Diego ha detto sempre no a questa arroganza del giornalismo moderno, ma ha avuto l’accortezza di non farlo brutalmente, muro contro muro, bensì annunciando, magari con un sorriso sarcastico, al cronista prepotente o pettegolo “dopo quello che hai scritto oggi, sei squalificato per sei mesi. Torna da me al compimento di questo tempo.”
Era sicuro, l’ironico francese, che non solo il suo interlocutore assalito dall’imbarazzo non avrebbe replicato, ma che la Juventus lo avrebbe protetto da qualunque successiva polemica.

A Maradona questa tutela a Napoli non è stata concessa, anzi, per tentare di non pagargli gli ultimi due anni di contratto, malgrado le tante vittorie che aveva regalato in pochi anni agli azzurri, nel 1991 gli fu preparata una bella trappola nelle operazioni antidoping successive a una partita con il Bari, in modo che fosse costretto ad andarsene dall’ Italia rapidamente.
Eppure nessuno, né il presidente Ferlaino, né i suoi compagni (che per questo ancora adesso lo adorano) né i giornalisti, né il pubblico di Napoli, hanno mai avuto motivo di dubitare della lealtà di Diego“.

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