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sabato, Aprile 20, 2024

Moggi ribalta Calciopoli: “Una vera congiura contro la Juve. Carraro guidava le retrocessioni e interferiva sulle squadre in lotta per il titolo”

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Luciano Moggi scuote ancora una volta Calciopoli. E lo fa pubblicando sul suo profilo personale di Facebook un memoriale che attacca letteralmente Franco Carraro, reo a detta dell’ex direttore generale della Juventus di aver pilotato scudetti e retrocessioni manovrando la classe arbitrale negli anni 2004 e 2005, corrispondenti guarda caso a Calciopoli che ha visto la condanna da parte dei giudici ma anche dell’opinione pubblica della sola Juventus.

Moggi scrive: «È passato tanto tempo dal giorno in cui Franco Carraro fu eletto Presidente della Figc. Sia io che Giraudo avevamo deciso di appoggiare la sua candidatura e di questo ne parlammo con il dr. Umberto Agnelli, il quale ci mise in guardia: “ma siete proprio sicuri di quello che fate? Quello (Carraro) porta avanti soltanto le cose che interessano a lui!” E non aveva torto il Dottore», ricorda Moggi.

Ebbene, «considerando quello che è successo nel 2006 e visti i suoi comportamenti aventi per obiettivo la “salute” delle sole squadre che voleva lui».

«Carraro cercava infatti di “guidare” le retrocessioni. In un’intercettazione s’incavolava con il designatore Bergamo dicendogli: “ma allora a te gli arbitri non danno più retta. Questa settimana la #Lazio gioca a Milano e non si può far niente, ma da domenica prossima va aiutata perchè non può retrocedere e non può retrocedere neppure la Fiorentina”».

«Per quale motivo a Milano non si potevano “aiutare” le squadre in odore di retrocessione mentre si potevano aiutare subito dopo, con altre “vittime” meno importanti? Forse Carraro non voleva recar danno al calcio meneghino?»

E ancor più grave è quanto poi Moggi racconta contro del’ex capo della Figc: «Carraro interferiva poi sulle squadre in lotta per il titolo. Il 26 novembre 2004, in occasione del sorteggio per Inter-Juventus, telefonò al designatore per sapere chi fosse l’arbitro sorteggiato (Rodomonti). Dopo di che ordinò al designatore di chiamarlo per dirgli “di non favorire la Juve ma di prestare invece attenzione a chi stava dietro (Inter)”.
Frase che, uscita dalla bocca del Presidente della FIGC, era come dire “andate contro la Juve” (!)»

E ancora: «Il designatore fece la telefonata all’arbitro due ore prima della partita, chiarendo tra l’altro a Rodomonti che la conversazione doveva restare tra loro due, altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze. La classifica vedeva in quel momento al vertice della classifica Milan e Juventus, con l’Inter staccata di 15 punti. Era chiara dunque l’intenzione di Carraro di favorire l’Inter perché indirettamente il favore sarebbe ricaduto sul #Milan, di cui lui era stato presidente in passato.
La partita terminò 2-2 e l’arbitro non espulse il portiere interista Toldo, ammettendo il suo errore (?) solo a partita terminata…!»

Ecco la denuncia di Moggi: «Tutto ciò penso sia sufficiente per capire come Carraro entrasse a piedi giunti sulle sorti del campionato, guidando promozioni e retrocessioni. Mentre dal Coni il Presidente Petrucci non trascurava occasioni per tuonare che “le squadre che vincono troppo, non fanno il bene del loro sport”».

«Proprio ieri Carraro ha rilasciato una dichiarazione in radio tacciando di ARROGANZA la Juventus per aver esposto il trentottesimo scudetto. Ci vuole un bel coraggio, dopo quanto è stato ordito ai danni di questa società.
Tra le altre cose sarebbe interessante ricevere lumi sull’incarico del dr. Grillo come relatore di Cassazione in Calciopoli, che qualche anno prima era stato investito della carica di Giudice Sportivo dallo stesso Carraro. Come si può intuire una vera congiura contro la Juve, proveniente purtroppo dai Palazzi del Potere.

Moggi ribadisce: «Dava e dà ancora fastidio la forza dei bianconeri, che vincono ininterrottamente da 9 campionati, e nessuno ha ancora capito che vinceranno ancora tanto almeno fino a quando non saranno restituiti i due scudetti scippati con la FARSA di calciopoli. Perché la guardano dal cielo l’Avvocato e il Dottore».

«La parte dei cecchini l’hanno recitata due carrieristi, entrambi residenti a Roma e vicini all’ambiente calcistico locale, dove lo sport principale era ODIARE LA JUVE: il PM Luca Palamara e il maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio.

«Luca Palamara, sul quale Cossiga ebbe espressioni da querela (che mai ci fu, e adesso si capisce il perché) a “Non è l’Arena” di Giletti ha ammesso addirittura di essere arrivato rapidamente all’apice della carriera GRAZIE A CALCIOPOLI».

[…]Non sto a dilungarmi sulla fine fatta da Palamara per mano dei suoi stessi colleghi: espulso per le sue malefatte che, a partire dal 2006, hanno distrutto carriere e famiglie intere. E il sottoscritto ne porta ancora il segno.

«L’altro, il maggiore dei carabinieri Attilio Auricchio, molto vicino ai dirigenti romanisti, che in passato era già stato sanzionato dalla “Commissione di secondo grado per i provvedimenti disciplinari a carico di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria”, per aver modificato in altro processo l’essenza di intercettazioni (Sentenza in Roma 27.06.2001). Ma come dice il proverbio per cui “il lupo perde il pelo e non il vizio”, fece di peggio in Calciopoli, tagliando i pezzi delle intercettazioni a suo piacimento. Basta guardare quella che riguarda la telefonata tra il sottoscritto e Diego della Valle, allora patron della Fiorentina, subito dopo Fiorentina-Milan del 30 aprile 2005».

«Auricchio “usava” il giornalista della Gazzetta dello Sport Maurizio Galdi (dov’era l’USSI a quei tempi?) come “cavallo di troia” all’interno del calcio, e in cambio i suoi colleghi marescialli lo aiutavano a redigere i verbali di violazione del codice stradale evitandogli le contravvenzioni».

«Argomento scottante questo per la Gazzetta, perchè il suo direttore preferì pagare le trasferte a Napoli a Galdi per descrivere quel processo, pur avendo Mimmo Malfitano, fior di giornalista, che dirigeva la sede della rosea a Napoli. Forse perché Malfitano non avrebbe mai fatto scrivere in prima pagina “ECCO COME TRUCCAVANO I SORTEGGI” poi risultati regolari?»

«Ovviamente non poteva mancare anche la voce di Moratti sullo scudetto n.38 della Juve.
Per cui sia a Carraro che a Moratti diciamo:

che il campionato 2004/5 non è stato alterato dall’attività della presunta associazione a delinquere: LO DICE LA SENTENZA FINALE DEL PROCESSO SPORTIVO.
Quindi la Juve esente da illeciti ex art. 6

– che il campionato 2005/6 non è MAI stato messo sotto inchiesta

– che le frodi contestate non si sono mai realizzate, per cui i risultati delle partite NON sono frutto di manipolazioni

– che gli arbitri (teoricamente associati) non guadagnavano più degli altri (anzi molto meno) e non ricevevano benefici in termini di carriera

– che gli arbitri in campo non hanno agevolato la Juve e non ci sono quindi “corrotti” o “addomesticati” o “chiusi nello spogliatoio” (leggenda metropolitana portata avanti solo da chi è profondamente ignorante in materia), come dimostra la SENTENZA del Tribunale di Reggio Calabria

– che è stata dimostrata la regolarità dei sorteggi

– che i rapporti dei dirigenti juventini con i designatori non erano esclusivi, erano permessi dallo statuto federale e in quei rapporti non risultano richieste di aiuti a vincere né di altro genere. I designatori parlavano con tutti, e sono state le intercettazioni telefoniche di ALTRI dirigenti ad evidenziare comportamenti censurabili… e Moratti dovrebbe saperne qualcosa, vista l’implicazione di Facchetti

– che ad intrattenere rapporti (vietati e spesso impropri) con gli arbitri erano invece dirigenti di altre società… e anche qui Moratti dovrebbe sapere qualcosa, vista l’implicazione sempre di Facchetti quando andò nello spogliatoio dell’arbitro Bertini in occasione dei quarti di finale di Coppa Italia Cagliari-Inter e gli chiese di fargli vincere la partita…

che possedere schede svizzere è perfettamente LEGALE: noi le adoperavamo in occasione di trattative di mercato e per evitare la distribuzione di biglietti omaggio in occasione delle partite.
Gli altri non sappiamo.

Eravamo al corrente che fossero INTERCETTABILI e INTERCETTATE, sicuramente tutt’altro che “schede SEGRETISSIME”, come erano state soprannominate ma soltanto per far presa sull’opinione pubblica. Lo ammise lo stesso maresciallo dei Carabinieri che le aveva ascoltate quando fu sentito come teste sotto giuramento: non contenevano illeciti, anzi fu addirittura detto che “non portavano traffico”, mentre noi siamo sicuri che di traffico ne portassero fin troppo , tenendo conto dei tanti problemi che esistono in tempo di mercato, e devono essere risolti. Ma ai carabinieri quel traffico evidentemente non interessava.

– che i REATI a CONSUMAZIONE ANTICIPATA appaiono quindi basati su valutazioni non oggettive, soltanto illazioni e convinzioni personali prive di riscontro di quel PM (Narducci) che in aula aveva anche asserito che “non esistevano altre telefonate se non quelle degli indagati” (!)
Smentito successivamente e clamorosamente dalla Corte d’Appello di Milano, che sentite le intercettazioni che a Napoli evidentemente non vollero sentire, sentenziò addirittura che il Presidente dell’Inter (Facchetti) faceva LOBBING con GLI ARBITRI, mentre il Procuratore della FIGC, dr. Palazzi asseriva che “L’INTER ERA LA SOCIETÀ CHE RISCHIAVA PIU’ di TUTTE PER IL COMPORTAMENTO ILLEGALE del suo presidente (FACCHETTI)”.
Quindi l’Inter in piena zona di Illecito ex art.6…

– che nelle motivazioni delle sentenze non ci sono fatti accertati, ma solo PRESUNZIONE di comportamenti non verificati e fatti oggettivamente non veri, visto anche che dei 30 #arbitri, 29 vennero assolti (!) e uno solo fu condannato a 10 mesi per fatti che NON RIGUARDAVANO la Juve.

Magari a Moratti potremmo domandare qualcosa sul passaporto falso di #Recoba, confezionato ad arte per trasformare lo status del giocatore da EXTRACOMUNITARIO a COMUNITARIO, per il quale il suo dirigente fu sanzionato della legge sportiva e anche da quella ordinaria.

Potremmo altresì domandargli qualcosa circa il lavoro promesso ad arbitri in attività (Nucini) a cui Facchetti disse che sarebbe stato il suo cavallo di Troia per scoprire le malefatte altrui.

Mentre sarebbe bello se potessero indicarmi qualche reato da me commesso… oltre naturalmente a quelli “a CONSUMAZIONE ANTICIPATA”, corredando il tutto con i NOMI degli arbitri che si sarebbero prestati al mio volere, essendo stati TUTTI ASSOLTI.

Questo, in estrema sintesi, il processo di calciopoli.

Per cui fa ribrezzo sentir parlare gente che dovrebbe solo tacere, per quello che ha fatto ai danni di persone che avevano dimostrato semplicemente di saper lavorare per il bene della propria società e per il calcio italiano: ricordiamo che sulla finale per il titolo mondiale a Berlino 2006 pesano le presenze di ben 9 juventini, più l’allenatore, più il massaggiatore.

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Fonte: Libero quotidiano

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