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venerdì, Aprile 19, 2024

Andrea Bosco: “La Juventus e Sarri sono rette parallele destinate a non incrociarsi”

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Il giornalista di fede juventina Andrea Bosco, si dice perplesso dopo il pareggio casalingo della Juventus contro l’Atalanta: “L’Atalanta avrebbe meritato di vincere. La Juventus avrebbe meritato di perdere”.

Ecco la sua impietosa analisi: “La Juventus vive sull’estro dei suoi solisti. L’Atalanta ha un grande allenatore. La Juventus ha un allenatore”.

“La Juventus, quasi certamente porterà a casa l’ennesimo scudetto. Sarri il suo primo trofeo (in Italia) nel calcio che conta”, scrive ancora il giornalista.

Andrea Bosco non è dello stesso parere per quanto riguarda la Champions: “Oggi, causa un sorteggio impietoso in Champions, sarebbe temerario vagheggiare sogni di gloria . La Juventus è questa. Una squadra che fatica a giocare”.

Il giornalista prosegue poi la sua crociata contro Sarri: La verità è che Sarri è arrivato alla Juve con dieci anni di ritardo. Se il linguaggio del corpo ha un senso, la faccia di Agnelli in tribuna, rivolta ai suoi più stretti collaboratori al 1-2 dell’Atalanta, ha detto di più di tante eventuali parole”, scrive Bosco.

“Sarri potrebbe, grazie ad una favorevole congiuntura astrale vincere campionato e Champions. Ma quand’anche accadesse, a settembre, quei giocatori, per la maggior parte, dovrebbero poi essere messi in lista di cessione. Quei giocatori (per quota parte) sono incompatibili con Sarri.

Sarri e la Juventus, secondo il giornalista sono “mondi estranei. La Juventus e Sarri sono rette parallele destinate a non incrociarsi”.

“Vanno bene alla Juventus i conservatori. A volte sono andati bene anche i riformisti. Non vanno bene alla Juventus i rivoluzionari. Il calcio collettivista di Sarri prima che un esercizio di campo è una “fede“ . Fede che l’individualismo di un Ronaldo non contempla”.

Credo che Sarri sia un buon allenatore. Non il fenomeno che ci è stato ripetutamente dipinto: solo un buon allenatore. Con dei limiti. L’inadeguata lettura delle gare. La carente gestione delle medesime. Negli States sarebbe un tattico: mai vedrebbe la panchina”.

Conclude il giornalista con una amara considerazione: “La Juve è questa: certamente non è una zucca. Ma per farla diventare una carrozza, con bianchi cavalli, cocchiere e valletti ci vorrebbe una fata. L’uomo in tuta, temo non basti”.

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