Hanno suscitato non poche polemiche le parole del presidente della Lazio, Claudio Lotito, che lo scorso 26 aprile, nel corso di un’intervista al quotidiano la Repubblica, aveva insinuato dubbi sulla partita Juventus-Inter dell’8 marzo, disputata a porte chiuse, poco prima della sospensione del campionato:
“Oggi io sono a un punto dalla Juventus, e solo per Juve-Inter che vabbè, l’avete vista…”.
Parole che hanno portato la Procura Federale della FIGC, ad aprire un fascicolo a seguito delle sue dichiarazioni.
A finire sotto la lente non saranno però solo le due squadre tirate in ballo da Lotito, ma lo stesso presidente biancoceleste, visto che, se gli inquirenti dovessero trovare inconsistenti le sue dichiarazioni, potrebbero procedere al deferimento per dichiarazioni lesive, come da articolo 23 del nuovo codice di giustizia sportiva.
L’unico modo che Lotito avrebbe per evitare il deferimento, sarebbe quello di fornire prove su un’eventuale accordo illecito della partita.
A seguito delle sue dichiarazioni, sono state numerose le critiche rivolte al presidente Lotito, accusato di gettare ombre e sospetti sulle avversarie, tra cui anche quello del giornalista Carlo Nesti:
“Sa farsi applaudire, sul campo, per le imprese della sua Lazio. Ma sa anche farsi disapprovare, fuori campo, per le imprese della sua lingua.
La Gazzetta dello Sport di oggi ne ha criticato il complottismo, nei riguardi della Juventus, sottolineando, in casa biancoceleste, i rigori a favore, 13, rispetto a quelli a sfavore, 4.
Ma l’’Arbitrometro’ di Massimo Fiandrino, che sintetizza la ‘moviola‘ di ogni lunedì del massimo quotidiano nazionale, va oltre, perché conteggia gli errori dei fischietti nelle singole partite. Ebbene: al momento dell’interruzione del campionato, nella Lazio, erano 16 gli errori a favore, e 8 gli errori contro.
In particolare, emergono, 5 rigori contro ignorati, e 3 reti ingiuste assegnate. In definitiva, Lotito è autorizzato a dubitare, ma dovrebbe anche guardare in casa propria“.