Luciano Moggi si scaglia contro Massimo Cellino dopo che quest’ultimo ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla ripresa del campionato che, lui, vorrebbe fosse annullato per evitare una possibile retrocessione della sua squadra.
Dichiarazioni di fuoco contro la Lega e i suoi rappresentanti quelle del presidente del Brescia che ha tirato in ballo la Gea, ex società di Luciano Moggi.
Ecco la replica su Facebook dell’ex direttore generale della Juventus:
“Riteniamo una difesa di opportunità , alquanto populista, motivata dal fatto che la sua squadra, il Brescia, è in ultima posizione della classifica, distaccata di ben 9 punti dalla quart’ultima che è il Genoa”.
Moggi cita le dichiarazioni di Cellino:
«È una vergogna, questo calcio non fa per me. Questo non è più il mio calcio questo è un calcio senza futuro. E io non posso più accettare di essere ancora ai tempi della Gea: è come sedersi ad un tavolo a giocare a carte con il tuo avversario che nasconde nella manica le carte buone e usa soldi falsi. Di certo quello che voglio è un calcio pulito, più equo, non basato su debiti, plusvalenze e bilanci arrangiati».
“Premesso che non capiamo che cosa possa significare la #GEA in questo contesto, oltretutto perchè la sentenza emessa da quel tribunale, dopo quattro anni di udienze, ha dimostrato che la Gea aveva operato correttamente, essendo CADUTA l’associazione a delinquere – facendo così escludere la sussistenza del reato di concorrenza illecita che la Procura aveva contestato – Cellino avrebbe dovuto magari aggiungere il nome di quel PM che aveva cercato di terrorizzare i testimoni di quel processo, Luca Palamara, che attualmente è indagato dalla Procura di Perugia per corruzione e sta pagando giustamente sulla sua pelle il male che ingiustamente ha cercato di fare ad altri e nel caso, magari, chiedersi perchè sia stato pagato il biglietto a lui e figlio per andare a Madrid ad assistere alla gara di Champions Real Madrid – Roma, e chi gli abbia dato i biglietti di ingresso allo stadio. Capirebbe il perchè si è celebrato quel processo e quali erano gli intendimenti di Palamara.
A parte questa doverosa precisazione, siccome Cellino parla poi di “calcio pulito”, di bilanci (il suo dovrebbe essere esemplare, dalle dichiarazioni che fa), che è difficile per lui, uomo integerrimo, continuare in questo calcio, abbiamo fatto ricorso al web per avere contezza dei suoi trascorsi.
E questo è quanto risulta.
1994 – Cellino è arrestato con l’accusa di #truffa ai danni della Cee (ora Unione Europea) e di peculato ai danni dell’Aima (Azienda per gli interventi sul mercato agricolo), quando era a capo dell’azienda di famiglia, la Sem Molin.
La truffa, per un ammontare di 24 miliardi di lire, era relativa alla denuncia di acquisto di scorte di grano inferiori a quelle esistenti.
Il procedimento penale si è concluso nel 2000, quando Cellino ha ammesso il reato di frode in commercio ed ha patteggiato una pena detentiva ridotta e sospesa di quattordici mesi.
2001 – Cellino è #condannato a un anno e tre mesi di reclusione per aver falsificato i bilanci del Cagliari, con pena sospesa. Gli illeciti si riferiscono a una serie di operazioni risalenti all’acquisito della società sarda dai fratelli Orrù, nel 1992.
2004 – Il suo legale storico, Rodolfo Meloni, gli chiede di saldare parcelle arretrate per 7 milioni e 400 mila euro, relative all’assistenza legale in numerose procedure civili, amministrative e penali. Cellino, per evitare il pagamento, denuncia il suo avvocato per tentata estorsione. Ma nel settembre 2011 il giudice assolve l’avvocato dall’accusa di estorsione perchè il fatto non sussiste.
2013 – Cellino torna nuovamente in prigione, per tre mesi, nell’ambito del processo relativo allo stadio “Is Arenas”, costruito su un terreno sottoposto a vincolo, in violazione delle norme urbanistiche e paesaggistiche, con i soldi destinati alla salvaguardia dei fenicotteri rosa.
2014 – Cellino è condannato per contrabbando doganale nell’ambito di due illeciti legati all’importazione illegale di una Land Rover e di due lussuose imbarcazioni.
“Da tanto assunto si può ipotizzare che Cellino sia un soggetto abituato a predicare bene e razzolare male.
Per cui resta difficile accettare lezioni morali da uno che, tra l’altro, ha avuto conoscenza delle patrie galere e non per essere stato invitato a visitarle”.