Il Prof Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma nonché Professore universitario a contratto, con centinaia di consulenze e docenze in tutta Italia, è un autentico guru nel campo della epidemiologia.
L’esperto ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport in merito al dilemma della ripresa degli allenamenti prima e del campionato poi.
“Faccio una premessa, mi ascolti con attenzione: non le parlo a nome dello Spallanzani, ma a titolo personale, come Francesco Vaia”, sottolinea il Professore.
“Se vogliamo rendere un buon servizio allo sport non dobbiamo decontestualizzarlo”, prosegue.
“Posto che quello che le dirò non è nell’ottica della decisione, visto che quella spetta all’autorità politica, al Governo, io proverò a fornire un contributo di chiarezza sulla base delle esperienze maturate dal mio punto di osservazione, il faro dell’ospedale che dirigo”.
“Quindi se lei mi chiede se sono favorevole alla ripresa degli allenamenti io le rispondo sì, ma solo se la consideriamo all’interno di un percorso di svezzamento che riguarda l’intero Paese. Dobbiamo riaprire l’Italia, questo è certo, rispettando due parametri: il buonsenso e l’esperienza tecnico-scientifica, che devono camminare insieme”.
“Dobbiamo attraversare questo deserto, il passaggio da T con 0 a T1 riguarderà tutte le attività. Scuole, fabbriche, commercio, grande distribuzione, artigianato, strutture turistiche e per il tempo libero, musei, luoghi di culto, sport. Tutto lo sport. Fondamentale sarà l’osservazione costante della popolazione, il monitoraggio dell’andamento epidemiologico”.
“Stiamo sentendo di tutto, troppa televisione. La tempistica è una pretesa e, come tutte le pretese, irrazionale. Stiamo parlando di un virus che nessuno conosceva, ora operiamo sull’EBM, evidence based medicine, la medicina basata su prove di effi cacia, il processo della valutazione e dell’uso sistematici dei risultati della ricerca”.