Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, in un’intervista alla Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine è stata molto chiara come sempre.
Non solo il coronavirus non scomparirà d’estate, “ma continuerà a circolare sotto traccia, senza dare grandi sintomi”.
La virologa precisa il concetto: “Con l’arrivo dei nuovi freddi potrebbero crearsi quelle condizioni che danno il via alla ‘malattia condizionata’ ma speriamo che le persone che torneranno a lavorare siano già positive. Le persone che invece sono più fragili dovranno fare i conti con una vita molto diversa da quella precedente”.
“Perché il ritorno alla normalità non escluderà altri casi gravi o altri episodi di circolazione del virus nelle comunità, per esempio come le case di riposo. E’ possibile, perché i virus sono organismi che continuano a evolversi e ad adattarsi alla situazione”, ha spiegato la virologa.
“Per spiegare come si comporta questo virus, dobbiamo secondo me partire dal coronavirus ben noto negli allevamenti avicoli, il ‘virus della bronchite infettiva’. E’ un virus che nasce come forma respiratoria e che trova terreno fertile laddove non ci sono condizioni ambientali ottimali, come una stretta di freddo o la rottura di un impianto di areazione”.
“Si manifesta dunque come una malattia ‘condizionata’. In animali sani o da laboratorio, questo virus non fa sviluppare neanche un sintomo o uno starnuto. L’animale si infetta, produce anticorpi, e basta. Se invece il virus dilaga in una popolazione di animali che hanno altri problemi, ecco che esercita la sua capacità patogena”, ha detto Capua.
“Il Coronavirus umano, nella stragrande maggioranza dei casi, si comporta come il virus della bronchite infettiva degli animali, non provocando alcun sintomo”.
“Quindi a me piacerebbe che per Pasqua si tirasse un sospiro di sollievo e si riconoscesse l’enorme sforzo collettivo di questi giorni. Distraiamoci da questa pesantezza, paura, frustrazione e inadeguatezza che hanno caratterizzato questi due mesi e pensiamo a come immaginiamo il dopo. Perché il virus porterà con sé grandi trasformazioni”, ha concluso la virologa.