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venerdì, Aprile 26, 2024

Dott. Casasco, il n. 1 italiano ed europeo dei medici sportivi: “Tamponi e test per tutti ma, prima degli atleti sani, priorità ai cittadini con problemi”

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Il presidente della Federazione Medici Sportivi Italiani, Dott. Maurizio Casasco, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport:

La priorità va data al territorio, agli ospedali e in particolare a chi è in prima linea. Senza nessun tipo di fraintendimento. Prima a chi ne ha bisogno e poi allo sport”, premette il Dott. Casasco.

“La Federazione medico sportiva italiana che ha una sua componente scientifica è l’unica in ambito sportivo accreditata dal Ministero della salute”.

Noi facciamo delle raccomandazioni per quando si tornerà ad allenarsi o a giocare. Prima però una premessa chiara: quando si tornerà ad allenarsi non è di competenza dei medici sportivi ma delle istituzioni, quindi lo deciderà il governo di concerto con il ministero dello sport e della salute”.

“L’altro giorno, proprio per evitare fughe in avanti e non per fare fughe in avanti, abbiamo elencato delle indicazioni, valide al 5 aprile e con uno stop sicura sino al 13 e che verosimilmente verrà prolungato, di ciò che dovrebbe essere fatto come raccomandazioni per le squadre professionistiche”.

Abbiamo dato delle indicazioni scientifiche sulla base delle consulenze che abbiamo avuto con i massimi esperti del settore nazionale e internazionale, tra i quali il n° 2 della Organizzazione Mondiale della Sanità”.

“Non abbiamo invece dato indicazioni per la sicurezza di spogliatoi, trasferte e altro per rispetto di ciò che dovranno decidere le istituzioni. Le raccomandazioni sono suscettibili di cambiamenti perché come tutti vedono la situazione è in continua evoluzione”.

Cosa potrà influire in questo senso?

“Le nuove evidenze scientifiche. Le innovazioni farmacologiche o tecnologiche. L’andamento generale dell’epidemia e il decorso post Covid da parte degli atleti che hanno vissuto e superato il coronavirus. A un mese o sei mesi potrebbero cambiare le risposte del corpo”.

Lo screening al momento viaggia prevalentemente coi tamponi che peraltro scarseggiano. Cosa immagina per monitorare la situazione?

Diciamo in maniera chiara che questa indagine tramite tampone dovrà avere come priorità chi è in prima linea come i medici e molti dei nostri iscritti sono entrati in campo per aiutare i cittadini – e quelle categorie di persone più a rischio e solo dopo gli sportivi”.

“Ma a breve sarà disponibile un’altra strada, quella dell’esame sierologico per verificare o meno la presenza degli anticorpi. Ormai ci siamo e questo potrebbe essere di grande aiuto per aumentare la capacità di screening della popolazione e quindi anche degli sportivi” […].

Con la ripresa delle competizioni l’insorgere di un positivo rischierà di mandare di nuovo tutto per aria.

In questo caso ci si dovrà comportare secondo legge, ma con il nostro protocollo si restringe al minimo anche la ricerca di possibili contagi passati e si salvaguardia da quarantena o da altri provvedimenti atleti e squadre che hanno avuto occasione di incontro con l’eventuale positivo prima di quattro o cinque giorni”.

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