Milena Gabanelli, attraverso le colonne del Corriere della Sera prosegue nell’inchiesta sulle mascherine contro il coronavirus e approfondisce il tema della loro produzione in Italia.
“Dalla Sapi di Reggio Emilia, ad altre 7 aziende accompagnate alla riconversione dal Tecnopolo di Mirandola; dalla Fater che fa pannolini e ha avviato una linea di produzione su richiesta della Protezione civile, alla Fippi, su pressione di Assolombarda”, racconta la giornalista nella seconda puntata dell’inchiesta (dopo che nella prima aveva spiegato perché è difficile far arrivare in Italia i dispositivi di protezione).
“La Fippi è stata guidata dal Politecnico nella scelta del materiale giusto, ha superato i test di laboratorio, avviato la produzione di 900.000 mascherine chirurgiche al giorno due settimane fa”.
“Oggi ne ha in stock 4 milioni. Ebbene queste aziende non possono ancora commercializzarle perché l’Istituto superiore di sanità, che per decreto deve rispondere entro 3 giorni, non lo ha ancora fatto. La procedura semplificata alla fine si arena ancora una volta nella confusione romana”, ha spiegato Milena Gabanelli.
“E poi, quando l’emergenza sarà finita cosa succederà? Tutte le aziende che hanno investito in una riconversione per aiutare il Paese o perché erano in crisi, si troveranno di nuovo a competere con quei mercati che producono a 10 centesimi quello che qui costa 50?” si è chiesta l’ex conduttrice di Report.