venerdì, Novembre 22, 2024

La fidanzata di Rugani: “Tampone a Daniele fatto l’8 marzo, l’esito il 9. Sono venuti a casa a farmi il test. Nessuna corsia preferenziale”

Michela Persico, compagna del difensore bianconero Daniele Rugani, nel corso di un’intervista a TPI ha raccontato del momento della scoperta della positività al coronavirus, sua e del difensore bianconero, primo calciatore della Serie A a risultare positivo al tampone per il coronavirus.

Le parole di Michela Persico:

Daniele era appena tornato a casa dall’allenamento. Si sentiva poco bene, qualche linea di febbre, nulla di più, ma per sicurezza decise di passare la notte alla Continassa, il centro tecnico della Juve.

Ha anche subito avvisato la squadra che avrebbe passato la notte lì, dove ogni giocatore ha una propria camera a disposizione tutto l’anno. Così è nato il sospetto.

E nonostante la mattina seguente, al risveglio, stesse meglio, con il consenso comune della società è stato deciso di eseguire un tampone per testare la positività di Daniele al COVID-19.

Abbiamo fatto il tampone al campus, sempre alla Continassa, presso il J-Medical, eseguito dalla struttura sanitaria pubblica a cui si appoggia il club. Ventiquattro ore dopo è arrivato il risultato.

Daniele ha fatto il tampone domenica 8 marzo, e il risultato è arrivato il 9. Io l’ho fatto il 16, una settimana fa.

A quel punto, quando ho saputo di Daniele, che non vedo da lunedì 9, anche io non mi sentivo granché bene. Così hanno fatto il tampone anche a me.

Sono venuti a farmelo a casa, il personale sanitario pubblico a cui si appoggia la società.

A casa perché, essendo a quel punto altamente probabile che fossi anche io positiva, non sono più uscita di casa e sono venuti a farmelo.

Inizialmente pensavo fosse una influenza, invece è stata una doccia gelida. Il fatto è che nessuno sapeva darmi risposte concrete. E io ero a casa da sola”.

La compagna di Rugani ha poi commentato le polemiche a seguito dei tamponi eseguiti più celermente sui calciatori anziché sui medici, ma ha escluso che ci sia stata una via preferenziale per i tamponi:

“Assolutamente no, non c’è alcun fondamento in questa storia. Conosco persone del mondo dello spettacolo, poi trovate positive, a cui il tampone è stato fatto quando ormai erano in una situazione grave.

Per noi la situazione è stata diversa, Daniele è stato il primo caso di un calciatore di Serie A, ed essendo io la sua campagna, lo hanno fatto anche a me.

Ma ben venga che gli abbiano fatto il tampone per primo, pensa se non lo facevano, se non avessero trovato lui, il virus andava ancora avanti a livello calcio”.

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