È terminato il Consiglio Federale straordinario convocato nel primo pomeriggio di quest’oggi dalla FIGC, per discutere dell’emergenza coronavirus, a seguito dell’entrata in vigore del Decreto governativo che rende tutta l’Italia zona rossa.
Il calcio si ferma, almeno in Serie A.
È quanto riportato da Sky, che racconta che il Consiglio Federale ha deciso di darsi 13 giorni di tempo per riorganizzare lo svolgimento delle partite, e di tutti gli eventi, previsti da qui al 3 aprile.
Per il prossimo 23 marzo è stato convocato un nuovo Consiglio, e in quel giorno ogni presidente di Lega dovrà presentarsi con le soluzioni per ripartire.
TuttoSport riporta:
“Le ipotesi più accreditate al termine del consiglio straordinario per la Serie A 2019/20.
Se il campionato dovesse riprendere dopo il 3 aprile, potrebbe esserci il semplice scivolamento delle giornate sfruttando tutte le date a disposizione fino al 31 maggio.
In caso di stop definitivo, invece:
non assegnazione del titolo di Campione d’Italia e conseguente comunicazione alla Uefa delle società qualificate alle coppe europee;
riferimento alla classifica maturata fino al momento dell’interruzione;
play off per il titolo di Campione d’Italia con i play out per le retrocessioni in Serie B”.
Al termine della riunione, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha commentato:
“A seguito della decisione del DCPM firmato il nove marzo, abbiamo preso una decisione già comunicata alle autorità di governo, sia al presidente del Coni, aderendo a quello che è stato il percorso e l’idea della massima autorità sportiva di mettere insieme le esigenze di tutto lo sport italiano.
Visto quanto disposto, abbiamo sospeso due giornate di campionato – tenendo conto della sospensione delle Nazionali – fino al 3 di aprile.
Dopo questa decisione, adottata all’unanimità, il Consiglio Federale ha adottato altre decisioni e proposte.
Le conseguenze hanno impatto sulla competizione sportiva, sui valori economici. Noi abbiamo chiesto, qualche giorno fa, ottenendo grande disponibilità dal ministro Spadafora di essere inseriti in un decreto legge che sia approvato in tempi rapidi per potere spostare la parte contributiva-fiscale al 30 di giugno”.