Marcello Chirico ha deciso di dire basta contro le teorie complottiste ai danni della Juve. “Altro che nuova Calciopoli!”, grida il giornalista di fede bianconera.
“Siamo alle solite. Quando ci sono di mezzo Juventus e Inter le baruffe sono all’ordine del giorno, in campo e fuori”, esordisce il giornalista.
Marcello Chirico stavolta punta il dito contro i vertici nerazzurri:
“C’è chi da sabato pomeriggio sta dando di matto perché Lega Serie A, insieme a Federazione e Coni, con l’imprimatur pure del Governo, hanno deciso di non far più giocare a porte chiuse Juventus – Inter e rinviarla, non interpellando prima – dicono – tutti i diretti interessati, ma subendo – è la loro tesi – pressioni esterne. Tanto per non sbagliare, sempre dal solito soggetto: la Juve”, racconta stizzito il giornalista.
“Posizione immediatamente condivisa da note articolesse dei media e persino da mogli di calciatori. “È sempre la stessa storia!” Cioè? “Come ai tempi di Calciopoli!”. La parolina da rispolverare ogni volta che qualcosa non va nella direzione in cui qualcuno vorrebbe”.
Il giornalista pone una domanda diretta evidentemente rivolta a coloro che tirano in ballo Calciopoli:
“Com’è possibile che una società, l’Inter, possa dichiararsi all’oscuro di una decisione – come dichiarato dal ministro dello sport, Spadafora – presa collegialmente dai tre principali organi sportivi che regolano il calcio in Italia, quando all’interno del consiglio di Lega siedono due suoi rappresentanti (l’ad Antonello e il dg Marotta) e ne ha uno pure nell’organigramma federale (Marotta)?”, si chiede Chirico.
“Non solo – prosegue il giornalista – ma il presidente di Lega Serie A, Dal Pino, ha anche lui detto pubblicamente di avere proposto a Marotta lo spostamento della partita al lunedì e di aver ricevuto picche come risposta. Quindi, una comunicazione è intercorsa”, deduce il giornalista.
“Il sospetto è che qualcuno non la stia raccontando giusta e ciurli nel manico. Minacciando pure ritorsioni nel caso si tornassero a riproporre le partite a porte chiuse, non essendo state più adottate a Torino per Juve-Inter”.
“Perché il nocciolo della questione è tutto e soltanto lì, in un Derby d’Italia che a Milano volevano disputare nel deserto dello Stadium, contro una Juventus già in crisi di gioco e privata pure del sostegno dei propri tifosi. Le condizioni ideali per sperare in un colpaccio”.
“Un’occasione andata in fumo, da qui la fibrillazione nerazzurra, che di porte chiuse non ne vuole più sentire parlare”.
“Il governo del calcio sta provando ora ad anticipare al 9 marzo Juve – Inter. Ovviamente, a porte aperte, come consentito già per la semifinale di Coppa Italia tra Juve e Milan, perché il Piemonte è stata esclusa (per ora) dal novero delle regioni a rischio”.
“Soluzione che però non sembra manco questa andare ancora bene all’Inter, né la nuova data (nonostante il dg interista si fosse espresso a favore qualche giorno fa) né le limitazioni per l’accesso allo stadio, consentito ai non residenti nelle regioni a rischio”.
“Il tutto mentre Agnelli tace, Marotta continua a lamentarsi, su radio tv e giornali, ovunque e Zhang attacca frontalmente Dal Pino, eletto pure coi voti del suo club”.
“Eppure era passata la tesi che, a forzare la mano e condizionare le scelte della Lega, fossero Agnelli e la Juventus”