Nel corso dell’ultima sfida Juventus-Brescia, i tifosi juventini presenti allo Stadium non hanno risparmiato bordate di fischi ai bianconeri in campo.
Fischi che hanno infastidito non poco i giocatori della Juve, e che hanno portato il numero 10, Paulo Dybala, a rimproverare severamente i tifosi, ritenendoli inaccettabili.
Sull’argomento si è espresso anche il giornalista Marcello Chirico, che su ilbianconero.com ha commentato:
“In casa Juve c’è sempre fermento, nonostante le vittorie ed il primo posto in classifica.
L’ambiente non ha ancora legato con Maurizio Sarri e i fischi di domenica pomeriggio contro il Brescia lo hanno dimostrato.
Un pubblico esigente, quello bianconero, come lo stesso allenatore della Juve ha sottolineato in sala stampa.
I tifosi devono sostenere la squadra, sempre, ma si può anche spezzare una lancia in favore di chi ha deciso di fischiare i bianconeri in campo domenica scorsa ed i motivi sono molteplici.
Però non dimentichiamoci che la squadra sta passando un momento complesso, siamo in una fase cruciale della stagione e tra poco arriva Conte…
Ritengo da sempre che il primo dovere di un tifoso sia quello di sostenere e incitare la propria squadra. Se non lo fa, non è più un tifoso ma un semplice spettatore, fruitore di uno spettacolo.
Quando arriva addirittura a fischiarla, anche quando sta vincendo, significa che c’è qualcosa che non va. Ed è capitato domenica scorsa col Brescia sullo 0-0, così come sull’1-0. Mi rendo conto che non è bello.
Spezzo però una lancia per quei 40mila che erano lì, dopo aver speso come minimo 80 euro di biglietto, se non 150-200, o un abbonamento da almeno 1.500 euro l’anno.
Vedere giocare così male la Juventus, peggio ancora di come giocavano male tutte le Juventus di Allegri messe insieme, innervosisce mica poco.
Dopo un po’ non ce la fai più, e se non fischi, te ne esci dallo stadio, oppure se stai guardando la partita davanti alla tv, spegni tutto e vai a farti un giro.
Troppo irritante. Una serie di passaggi infinita. Con il Brescia ben 743, per non arrivare mai ad un tiro, ad una occasione da gol degna di essere ricordata. È estenuante.
Quindi li capisco, eccome se li capisco.
Anche se ai calciatori non fa piacere, e capisco pure loro, che fino a questo punto della stagione non hanno quasi mai goduto del sostegno dello Stadium, per ragioni che sappiamo ed esulano dal tifo.
Però, penso anche che tra 15 giorni arriverà l’Inter di Antonio Conte, e mi spaventa l’idea che in una gara così importante in chiave scudetto, lo Stadium possa trasformarsi in una dependance di San Siro o di Appiano Gentile, con i soli cori intonati dal settore ospiti interisti.
Non sarebbe l’ora, domando, di mettere da parte rancori e legittime delusioni per un gioco che obiettivamente non c’è, e tornare a fare i tifosi della Juventus?
Altrimenti, sai che favore gigantesco verrebbe fatto ad Antonio e alla sua nuova squadra? E non trovare più a Torino quella bolgia che lui pretendeva dal pubblico quand’era alla Juve?
Abbonati e frequentatori assidui del J-Stadium, pensateci bene e fate la cosa giusta“.