Il giornalista Marcello Chirico su ilbianconero.com ha commentato il grande momento di difficoltà vissuto dalla Juventus e da Maurizio Sarri, a seguito della bruciante sconfitta contro il Verona.
Le parole di Chirico:
“Il fantasma di Massimiliano Allegri ha iniziato a fluttuare nelle stanze della Continassa già a dicembre, dopo la doppia, pesante sconfitta con la Lazio in campionato prima e Supercoppa poi.
Sconfitte mal digerite in casa Juve, in particolare da proprietà e presidenza, entrambe già in estate non così propense a silurare il livornese dei 5 scudetti consecutivi più altri trofei e finali annesse.
Furono il CFO Paratici e il vicepresidente Nedved a spingere per un cambio in panchina, convinti che col sarrismo si sarebbe vinto di più e giocando meglio.
E insieme a loro, gran parte della tifoseria juventina (me compreso) sicura che il ciclo di Allegri fosse finito e in panchina ci fosse bisogno di un cambio e di idee nuove.
Tutti avrebbero voluto Guardiola (società compresa) ma Pep non era disponibile e allora si è virato su Sarri. Uno da 28 trofei in bacheca contro un altro con una sola Europa League vinta.
Per carità, se nella tua carriera l’unica squadra di livello che hai allenato è il Napoli, ci sta. Napoli col quale Sarri non ha vinto nulla, però ha incantato tutti col suo gioco.
Di quel bel gioco finora alla Juve non se n’è visto, anzi, al momento la Juventus è la squadra che pratica il peggior calcio della Serie A. Perché non esiste un’idea di gioco.
Se dovessi spiegare come gioca la Juventus mi limiterei a dire che lo fa male, praticando un calcio senza capo né coda. Un calcio lento, macchinoso, fatto di mille passaggi che raramente portano alla costruzione di una potenziale azione da gol.
Infatti la Juve di Sarri segna poco, spesso solo e grazie alle invenzioni di Ronaldo. Azioni personali, tiri. Raramente al termine di un’efficace azione corale.
La Juve di Sarri crea poco, in compenso subisce molto: più tiri nello specchio delle passate stagioni, più gol. Talvolta anche un paio a partita.
Eh, mi si dice, ma è ancora in testa al campionato. Se continuerà ad inanellare prestazioni come quelle di Napoli, Verona e con la stessa Fiorentina, sarà molto probabile che perderà altri punti e, di conseguenza, il 1° posto in classifica, al momento già in coabitazione.
A preoccupare è pure la richiesta di aiuto fatta proprio da Sarri dopo la sconfitta al Bentegodi.
La squadra spesso perde la concentrazione, commette errori e lui non ne capisce i motivi, ergo non sa come risolvere il problema. Quasi a voler ammettere che la squadra non lo ascolti, non lo segua, faccia di testa propria, oppure vada in confusione mentale non capendo cosa gli chieda l’allenatore. E allora Sarri chiede aiuto.
A memoria, non ricordo tecnico alla Juve che lo abbia mai fatto. Nemmeno Maifredi, che aveva dalla sua la scusante di allenare una rosa qualitativamente inferiore alla attuale di Sarri. Aveva Roberto Baggio, ma anche Luppi, De Marchi, Julio Cesar.
Lo confesso, non sono un estimatore di Allegri, pur riconoscendogli delle indubbie capacità gestionali, cosa che Sarri non possiede se è arrivato a lanciare un SOS alla società.
Allegri non è un esteta ma un pragmatico. Non incanta, ma vince. E alla Juve questa è l’unica cosa che conta, ma Sarri stenta a capirlo.
Martusciello disse un giorno che c’è bisogno di tempo per inculcare nuove idee di gioco ad una squadra, Sarri aggiunse che pure Klopp ha iniziato a vincere col Liverpool dopo due anni.
Se tanto mi dà tanto, significa abbandonare i sogni di gloria per l’immediato.
Penso che nemmeno i suoi principali sponsor, ovvero Paratici e Nedved, avessero preventivato una simile eventualità quando lo scelsero a giugno.
La vittoria è la ragione di esistere della Juventus Football Club.
Così come lo è per Ronaldo, a caccia del 6° Pallone d’Oro, e capace pure di andarsene nel momento in cui dovesse capire che alla Juve non potrebbe più farlo.
Ecco perché in queste ore alla Continassa è tornata d’attualità l’opzione Acciuga, attualmente ancora a contratto con la Juve e quindi l’unica praticabile nell’immediato.
Non credo la sceglieranno, significherebbe bocciare pure Paratici e Nedved, però da Sarri ci si aspetta comunque un cambio di rotta, con o senza aiuti.
Serve una svolta decisa e repentina, altrimenti quel fantasma potrebbe materializzarsi per davvero”.