Paulo Dybala è tornato a parlare al The Guardian di quanto è successo in estate, quando è stato ad un passo dall’addio alla Juventus:
Dopo aver ritrovato il sorriso grazie ai suoi 11 gol e 10 assist in 26 partite stagionali, un bottino già superiore rispetto alla passata stagione, quando le reti furono 10 ma in 42 gare, ora l’argentino racconta con maggiore serenità le vicissitudini estive, quando dall’Inghilterra sono arrivate le offerte di United e Tottenham, con il club bianconero che aveva messo sul mercato la Joya:
“Ero vicino alla partenza – ha spiegato in esclusiva al Guardian – questa era l’intenzione del club e lo sapevo”.
“Fino all’ultimo minuto sono rimasto in attesa”.
Alla fine, però, Paulo è rimasto. A Torino ha trovato Maurizio Sarri:
“Sono felice e a mio agio – ha continuato a spiegare Dybala – l’arrivo di Sarri mi ha aiutato. Voleva che restassi, cosa che mi ha dato la forza quando non sapevamo cosa sarebbe successo. Sapevo che poteva aiutarmi a tirar fuori il meglio da me stesso”.
Poi ancora sulla Juventus: “Un club che mi ha sempre trattato bene”.
E sul futuro? “Mi restano due anni di contratto. Non è poco ma non è neanche tanto. Vedremo quali saranno i piani della società, se mi vorrà ancora qui o meno. Questa è una decisione che il club deve prendere. È difficile sapere perché le cose cambiano in un secondo”.
Dybala è arrivato al suo quinto anno di Juventus:
“Eppure mi sembra di essere arrivato ieri – ha scherzato – se tutto va bene mi restano da giocare ancora 10 anni ma è andato tutto così veloce”.
“Senza la palla mi annoio – ha ammesso – se passa molto tempo senza che la tocchi, mi sento perso. Perdo le misure della partita, il ritmo. Sono fortunato a far parte di una squadra che punta sul possesso e dove tutti sono tecnicamente bravi. Così le occasioni a tua disposizione sono tante”.
Ora è cambiato tutto rispetto alla scorsa stagione quando la Joya toccava pochissimi palloni:
“Adesso perdi la palla e ti arriva di nuovo. Pjanic, per esempio, riceve più di 120 palloni a partita. A volte incontri allenatori che ti danno libertà”.
“Per gli attaccanti è la cosa migliore che possa accadere e cerco ancora di giocare come sempre, con la palla. Non dovremmo mai dimenticare che anche questo è un gioco e che quando eravamo piccoli giocavamo per divertimento. È così che abbiamo iniziato. Tutti abbiamo un bambino dentro di noi e non dovremmo mai lasciarlo fuori”.
Fonte: Sky Sport