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venerdì, Aprile 19, 2024

Calciopoli, Moggi pubblica in rete l’estratto della Corte di Cassazione con l’interpretazione che scagiona la Juve

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Luciano Moggi pubblica sul proprio profilo Facebook un estratto estrapolato dal sito della Corte di Cassazione, utile a fare chiarezza ancora una sulle vicende di Calciopoli.

Ecco il testo citato dall’ex direttore generale della Juventus:

“In Italia la Corte Suprema di Cassazione è al vertice della giurisdizione ordinaria; tra le principali funzioni che le sono attribuite dalla legge fondamentale sull’ordinamento giudiziario del 30 gennaio 1941 n. 12 (art. 65) vi è quella di assicurare “l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni” si legge.

E ancora: “Una delle caratteristiche fondamentali della sua missione essenzialmente nomofilattica ed unificatrice, finalizzata ad assicurare la certezza nell’interpretazione della legge (oltre ad emettere sentenze di terzo grado) è costituita dal fatto che, in linea di principio, le disposizioni in vigore non consentono alla Corte di Cassazione di conoscere dei fatti di una causa salvo quando essi risultino dagli atti già acquisiti nel procedimento nelle fasi che precedono il processo e soltanto nella misura in cui sia necessario conoscerli per valutare i rimedi che la legge permette di utilizzare per motivare un ricorso presso la Corte stessa. (…)”.

Questo il commento del blog “JuventinoVero.com” (a margine dell’estratto del testo della Corte di Cassazione)  che in quegli anni si è battuto sul web per trasmettere documenti atti a smentire la colpevolezza della Juve:

«Come abbiamo più volte ribadito, la Cassazione era chiamata ad esaminare i ricorsi di Moggi e di altri contro i rispettivi giudizi penali, e a pronunciarsi sulle risultanze del processo di Napoli, precisando che davanti alla Corte di Cassazione si discuteva di questioni di legittimità e principalmente della sussistenza di vizi logici nelle motivazioni della sentenza d’appello. Nessun teste da sentire, solo discussione tra le parti».

«E poi, c’è la sentenza n. 36350/15, decisa in Roma il 24 marzo 2015 e depositata in Cancelleria il 9 settembre 2015».

«Sentenza che, a un primo sommario esame, non sembrerebbe essere esattamente in linea con quanto sopra esposto. Appare curioso poi come questa sia uscita all’indomani dell’assoluzione di Moggi nella causa con Gianfelice Facchetti, dove il giudice di primo grado non ha potuto non constatare che Facchetti senior aveva eccome dei rapporti con gli arbitri».

«Una sorta di “aiuto” prezioso ai media, che hanno potuto così lanciarsi subito sul “mostro” del calcio, dimenticandosi delle malefatte a tinte neroazzurre».

E ancora «Non appena la leggeremo meglio vi sapremo dire di più, ma se gli stralci pubblicati dalle stesse testate, artefici attivi della retrocessione juventina in quella maledetta estate, confermeranno una certa tendenza di giudizio, significa che in Italia non servirà una riforma della giustizia. Servirà una vera e propria rifondazione».

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