Il Corriere di Torino riporta un rumors che tra gli addetti ai lavori pare sempre più attendibile.
Massimiliano Allegri e Mario Mandzukic.
“Molti li vorrebbero entrambi a Manchester, sponda United. Li vorrebbero vedere in città il prima possibile, al massimo a gennaio quando si riaprirà il mercato anche per l’attaccante. Visioni che vanno di fretta”, si legge tra le colonne del Corriere di Torino.
“Però Allegri e Mandzukic fretta non ce l’hanno. L’allenatore si sta «rigenerando » ed è un’ottima cosa almeno per due buoni motivi. Allegri è un esempio per una società che corre troppo in fretta. Sarà anche vero, lui (economicamente) se lo può permettere e ha ancora un contratto con la Juve”.
“Però il punto non è questo, molti altri colleghi hanno dimostrato che di allenare e guadagnare non ne hanno mai abbastanza. È un esempio anche Mandzukic, anni 33″.
“Con la Juve ha vinto scudetti, raggiunto finali di Champions. Poi con l’arrivo di Maurizio Sarri gli spazi per il gigante croato si sono ristretti”.
“Non l’avrà presa bene, ma non ha sgomitato. La Juve avrebbe voluto cederlo, lo volevano in Qatar e i Los Angeles Fc. Lui ci ha pensato e in Mls potrebbe giocare solo da febbraio in poi, non c’è fretta”, scrive ancora il Corriere di Torino.
“Lo voleva lo United e lo vuole ancora. A Manchester vogliono provare ad andare avanti con Ole Gunnar Solskjaer, un «mito» in campo con un avvio più difficile in panchina. Se decideranno di chiudere con l’allenatore norvegese, proveranno a convincere Allegri”.
“Ieri qualcuno ha cercato di mettergli fretta, con affetto, ma probabilmente senza consultare l’allenatore. Lo ha fatto Patrice Evra, campione (anche) di buonumore, ex giocatore di Juve e United”.
“Che ha postato su Instagram una foto di qualche giorno fa, lui e Allegri a seguire una partita sugli spalti dello stadio del Tottenham (altro club interessato). Con un augurio a Max: «Un futuro luminoso». Magari Allegri e Mandzukic si ritroveranno a Manchester, ma senza fretta. Magari è anche per questo che i due s’intendono al volo”, conclude il Corriere.
Fonte: Corriere Torino