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martedì, Aprile 23, 2024

Chirico: “I napoletani polemizzano sul ‘mano’ di Bonucci, ma ecco la verità”

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Il giornalista di fede juventina, Marcello Chirico ha pubblicato un editoriale editoriale ripreso da Calciomercato.com, in merito alla gara di Champions League della Juventus e all’episodio del mani di Bonucci che per molti antijuventini è da considerare fallo da rigore. Ma Chirico non ci sta.

Ecco quanto si legge: La stavano vincendo, pure per 0-2, e sono riusciti ugualmente a pareggiarla”.

“Tutto sommato, per quello che si è visto nei 95’ tra Atletico e Juve, il pari finale è risultato giusto. Anche se, quando ti porti avanti di due reti e poi la pareggi, dell’amaro in bocca ti resta”.

Ancora di più dopo il numero finale di CR7, che solo per la sua spettacolarità meritava di finire in rete. Pazienza, è andata così, e un punto al Wanda lo avrebbero volentieri sottoscritto in tanti già prima di giocarla”.

Eppure, per una fetta d’Italia, in particolare quella zona dello Stivale che si estende per quasi 14mila chilometri quadrati da Lauro a Sapri e porta il nome di Campania, lì, dove dai tifosi napoletani la Juventus è detestata più della suocera, sono invece convinti che dal Wanda Madama avrebbe dovuto uscire sconfitta”

Perché, come sempre (pure in Europa, dove però stranamente non vince da 23 anni) la Juve è stata aiutata dall’arbitro”.

Marcello Chirico ha poi aggiunto:

“Nel caso specifico dall’olandese Makkelie, forse un amico di De Ligt. Un direttore di gara, notate bene, che dopo neanche un quarto d’ora di gara aveva già ammonito Matuidi per una sbracciata su Koke”.

Un giallo fin troppo fiscale, ma in quel caso andava bene così. Perché i napoletani, ai quali dà un tremendo fastidio che Mertens e Callejon vengano etichettati come tuffatori, sono convinti che Makkelie non abbia volutamente fatto perdere la Juve degli Agnelli non fischiando, all’83’, un fallo di mano in area, nettissimo di Bonucci, e non concedendo all’Atletico un rigore reclamato pure dai materassai”.

E tanti altri, che si professano “sportivi” ma sono prima di tutto “antijuventini”, gli sono andati appresso. Il tocco di braccio del centrale bianconero lo abbiamo visto tutti, e c’è. “Quindi, se fossero state applicate alla lettera le nuove regole sui falli di mano, quel rigore avrebbe dovuto essere fischiato”, sostengono convinti gli esperti partenopei”.

Purtroppo per loro, e per chi gli va dietro, non è così: non esistono nuove regole. Per essere punibili, i falli di mano seguono esattamente le regole canoniche in vigore da anni. L’unica novità introdotta dalla International Football Association Board riguarda i gol segnati con tocco o deviazione di mano. Stop”.

Eppure a Napoli e dintorni restano convinti che adesso basti sfiorare la palla con la mano per essere puniti con un penalty. Perché qualcuno lo ha detto in tv, oppure lo ha scritto sui social, e quindi vale questa versione”.

“Non importa se sia sbagliata, vale e basta. “Perché a Firenze il rigore concesso alla Fiorentina nasce da un fallo di mano simile a quello di Bonucci” insistono, con convinzione.

Ma non è così: lì Zielinski aveva il braccio largo, quasi ad ore 9, mentre quello di Bonucci è attaccato alla spalla. “Eh, ma interrompe una potenziale occasione da gol!”. Altro errore: a tirare la palla addosso a Bonucci è De Ligt nel tentativo di liberare l’area, e quindi la traiettoria del pallone andava esattamente nella direzione opposta alla porta di Szczesny.”

“Non solo, Bonucci sposta volutamente il braccio verso il proprio corpo nel tentativo di evitare il contatto col pallone, che però è inevitabile perché la distanza tra lui e il compagno è molto ridotta. Vero che non esiste più la volontarietà/involontarietà da parte del giocatore, però l’arbitro – coadiuvato in questo caso dal VAR (utilizzata pure in Champions) – ha notato tutto ciò di cui ho scritto sopra e pertanto deciso – GIUSTAMENTEdi non fischiare il calcio di rigore per l’Atletico Madrid”.

Con buona pace dei napoletani e dei loro accoliti. I miei non vogliono essere goffi tentativi per tentare, in ogni modo, di giustificare un fallo di mano che si vede, ma cercare di spiegare perché non può essere punibile.

Le regole, nuove o vecchie che siano, non si possono reinterpretare a piacere e poi rivendere, come fece Totò con la Fontana di Trevi”.

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