Lasciato alle spalle il lungo periodo di indisponibilità a causa della polmonite che lo ha tenuto lontano dal campo, Maurizio Sarri è pronto a prendere posto sulla panchina bianconera in vista della sfida di domani contro la Fiorentina.
Nel corso della conferenza stampa alla vigilia della partita contro i viola, l’allenatore bianconero ha commentato le prime due giornate in cui è stato assente:
“Per 20 giorni ho avuto paura del debutto, non respiravo benissimo. I dottori mi hanno fatto stare lontano, ma sono sempre stato coinvolto nella preparazione.
Le ho vissute come partite alle quali ho partecipato, il credito per lo staff era ampio.
È chiaro che per un allenatore partecipare agli allenamenti, andare in panchina è vita, è tutto. Non è semplice rimanere fuori, ringrazio lo staff medico, mi ha coccolato per 20 giorni.
Mi hanno fatto capire che era meglio fare un passo indietro per non farlo più lungo dopo. È stato pesante, ma ho dovuto accettarlo. Nella consapevolezza che lo staff stava andando alla grande”.
Sulle difficili scelte sui titolari, Maurizio Sarri ha dichiarato:
“Penso al campionato, da domani inizieremo a pensare alla Coppa. In questo momento la nostra attenzione va rivolta al campionato. La squadra deve trovare identità, organizzazione forte.
In questa fase ho privilegiato la ricerca di un’identità, di un assetto non definitivo ma che ci garantisse qualcosa in più. Dal punto di vista del campo dobbiamo combattere con una piccola difficoltà: negli ultimi mesi in tanti hanno giocato poco.
Come Khedira e il lungo infortunio, come Ramsey, Rabiot. Chiaramente mette difficoltà, anche verso chi ha avuto più minutaggio. Il gruppo sta lavorando bene. Mai nella mia carriera ho visto i giocatori rimasti nella sosta lavorare così bene: l’ho detto alla squadra.
È un periodo difficile, anche per le motivazioni. Qualcuno l’ha fatto e ha avuto benefici. Solo fisici: dal punto di vista tattico poco lavoro, ma fisico sicuramente c’è stato un passo in avanti“.
Sulle dichiarazioni di Emre Can, in seguito all’esclusione dalla lista Champions, Sarri ha commentato:
“Quando un giocatore subisce una scelta così impattante, c’è un aspetto professionale per cui può essere in disaccordo. Non posso non pensare all’aspetto emozionale: devo dare l’occasione al giocatore di buttare fuori, per poi riaffrontarlo quando la situazione è più serena. Ho l’età giusta per capire certi tipi di reazione“.
Sarri ha continuato:
“Non ho mai pensato che la Juve avesse aiuti e fortune, la Juve era la più forte. Si poteva discutere sugli episodi: ma è la normalità.
Noi a Napoli abbiamo perso campionati a 10 punti, l’episodio era ininfluente. L’ultimo campionato è stato più vicino, e lì magari hanno pesato. Come si sfogano i giocatori, lo faccio anch’io.
Ma la Juve è sempre stata la più forte: dopo un mese mi rendo conto che la forza della squadra è nell’organizzazione e anche nella testa. Si analizza la vittoria in 30 secondi e si pensa alla gara successiva.
Mentalità feroce. Continuare a vincere sarà più difficile, ma la voglia c’è“.
Sarri ha poi rivelato divertito la reazione della madre, alla notizia del suo incarico come allenatore della Juventus:
“Non era contentissima. Mia nonna abitava a 500 metri dallo stadio di Firenze, la fede della famiglia, a parte la mia che ero tifoso del Napoli, era viola.
Io ho tanti ricordi intorno a quello stadio, purtroppo in questo momento vedo solo l’ultimo perché ci ho lasciato uno scudetto. Questo ricordo devo sostituirlo presto con uno positivo“.
Sulle scelte relative al reparto difensivo, Sarri ha commentato:
“Abbiamo avuto la sfortuna di perdere Chiellini: è un po’ l’anima per applicazione, forza mentale, personalità, perché trascina i compagni in allenamento e in partita.
Il mio compito è quello di recuperare totalmente Rugani, e quello di far adattare un futuro top player come de Ligt a un calcio diverso. Normale che faccia errori all’inizio, lo fece anche Platini all’inizio, figuriamoci de Ligt. Deve migliorare e adeguarsi al nostro tipo di calcio: sono convinto che tra qualche mese riuscirà a esprimere cose importanti”.
Sul suo rapporto con Higuain, Sarri ha commentato:
“Higuain non giocava per rapporto personale, al Chelsea non lo faceva mai e c’era Giroud.
Ha giocato perché ho visto cose importanti, ricordi di due o tre anni fa. Ha fatto bene. Non c’era niente di personale nella scelta.
Mandzukic mi ha fatto vedere meno di Higuain e la scelta è andata sul Pipita. Tutto frutto di quello che vedo in allenamento. A volte va bene, a volte meno. Frutto di una scelta logica. Non una scelta irrazionale“.
Sarri ha poi concluso con un commento sulla recente sfida contro il Napoli:
“Ero come un pesce nell’acquario, in quella vetrata. Mi è dispiaciuto per Kalidou: giocatore e ragazzo straordinario. Ho pensato che abbiamo vinto per un episodio fortunoso una partita che meritavamo di vincere“.